Quello che ci apprestiamo a salutare è stato un anno a due velocità, che, dopo la sbornia post-Covid, ha visto emergere i contorni di una nuova normalità. Ci siamo avvicinati al 2023 con l’idea di un lusso anticiclico e lo archiviamo con la netta sensazione che i tempi siano cambiati anche per l’alto di gamma e che il luxury, seppur con numeri e dinamiche differenti, non sia diverso dagli altri settori e non rappresenti un universo staccato dalla realtà quotidiana.
L’ultimo Osservatorio di Altagamma, che rappresenta il polso della situazione del mercato globale dei beni di lusso personali, stima l’incremento 2023 in un +4% a tassi di cambio correnti. valore che nel 2024 si dovrebbe attenere sempre in un +5-6% a fronte di un aumento dell’ebitda intorno al +4 per cento. Questo ha un significato ben preciso per le aziende del settore moda perché se il lusso inizia a rallentare, di prassi questo porta con sé un andamento analogo dell’intero comparto del fashion. Quel che ci dobbiamo aspettare è, quindi, un 2024 contraddistinto da una navigazione a vista.
Il clima è quello di una generale incertezza ed è in sostanza quello che è emerso anche dai dati di fine anno raccolti da Smi, l’associazione confindustriale del settore tessile e moda che, quindi, offre uno spaccato concreto sulle aziende italiane della filiera della moda. Secondo le ultime rilevazioni, l’anno che si apre potrebbe portare ad un’inversione del trend positivo degli ultimi esercizi. Sarà quindi da vedere se le proiezioni confermeranno un dietrofront delle crescite galoppanti. Di certo, l’atmosfera resta tesa, con una offerta che al momento supera la domanda dei prodotti e questo, come emerso nel corso dell’ultimo Pambianco-PwC Fashion Summit di novembre, implica un problema di destocking per le aziende che di certo non aiuta ad alzare l’asticella delle proiezioni per il prossimo anno.
Questa holiday season sarà quindi cruciale per capire se si riuscirà a smaltire le eccedenze di magazzino. Di certo occorrerà tarare di nuovo la produzione in vista, con le implicazioni che questo comporterà sulla filiera. I prossimi 18 mesi saranno sicuramente sfidanti per il mondo della moda ma ogni sfida va interpretata come un’occasione per crescere e consolidarsi.