Le gonne a piegoline, simbolo dell’abbigliamento femminile nel tennis, sono spesso comparse sulle passerelle di Miu Miu, le iconiche maglie da baseball dal motivo gessato degli Yankees si sono guadagnate persino un ruolo da protagonista, nel 2018, nella collaborazione con Gucci che ha creato una collezione riprendendo i loghi delle squadre nordamericane di baseball. È dunque un assunto che nel corso della storia, il calcio abbia contaminato la moda, e che la moda abbia contaminato il calcio. Ed ora torna a farlo con un fenomeno non del tutto inedito ma largamente diffuso quest’anno, che ha spopolato sui social, in particolare TikTok, e che ha conquistato personalità della moda, del cinema e della musica, sia in Italia che oltreoceano. È chiamato Bloke Core ed è ispirato ai tifosi anni ’90 che indossavano gli abiti da calcio sia sul campo che fuori.
È in particolare durante l’attesa ai match della Fifa World Cup maschile ma anche quella femminile, che i tifosi hanno iniziato a sfoggiare maglie da calcio come fossero consuete t-shirt, creando look daywear con jeans, sneakers e i più differenti accessori. Presto il trend si è esteso anche a celebrities come Kim Kardashian, fotografata nei mesi scorsi a Los Angeles con una maglia vintage della Roma stagione 1997/98 e poi con una del Paris Saint Germain. Durante la settimana della moda parigina, invece, la modella ventenne Mia Regan ha abbinato una maglia dell’Arsenal a una gonna lunga in denim e a degli stivali alti. Poi è stata la volta di Emily Ratajkowski, immortalata qualche mese fa con la maglia azzurra del Napoli, la stessa vista indosso all’attore Timothée Chalamet e ancora di Chiara Ferragni con un maglia crop top del Borussia Dortmund in uno scatto che è stato anche ripostato dalla squadra tedesca; di Alessandro Cattelan, paparazzato a Milano con indosso la seconda maglia del Sassuolo e di Victoria De Angelis, bassista dei Maneskin, a cena con quella del Venezia.
Si tratta di una vera e propria opportunità di merchandising per le squadre calcistiche, che guadagnerebbero in visibilità ed introiti dalla vendita di divise in edizione limitata che affascinano i supporters. Per questo i Soccer team puntano sempre più a rendere esclusivi i colori e i simboli della propria squadra creando vere e proprie collezioni ad hoc e in alcuni casi, come quello del club inglese Crystal Palace, ad assumere un direttore creativo – Kenny Annan-Jonathan – per supervisionare le collezioni di abbigliamento e le partnership di moda.
E viceversa, è già accaduto che gli stilisti creassero apposite linea per i club più blasonati, come quella realizzata poche stagioni fa da Pharrell Williams per la Juventus, di Off-White che ha disegnato le divise del Milan, ma anche di Giorgio Armani, autore della maglia per il Napoli, o ancora di Fendi per la Roma.
Ma le possibilità di offerta sono ancora molte, la partita tra moda e calcio è ancora da giocare, poiché la richiesta continua ad aumentare. Nel Regno Unito, ad esempio – come spiegato da Richard Busby, CEO della società di consulenza inglese BDS Sponsorship a Reuters – il pubblico facoltoso di tifosi della Premiership sarebbe disposto a spendere per articoli dedicati, eppure nessuna squadra ha ancora investito su collezioni in vendita per i tifosi da indossare fuori dal campo.
Le possibilità di business, dunque, sono molte e le squadre di calcio potrebbero per la prima volta raggiungere un mercato molto più ampio della propria tifoseria, con un conseguente aumento per la visibilità del marchio e di nuove sinergie extracalcistiche. Di questo trend e delle possibilità di business tra moda e calcio se ne è discusso anche all’interno del Social Football Summit, evento internazionale sulla Football Industry con focus sull’innovazione ed evoluzione del settore, che si è tenuto nei giorni scorsi allo stadio Olimpico di Roma.