“Se il primo trimestre è stato positivo, il secondo è stato più complesso e ha messo in luce le criticità che si protrarranno fino al termine dell’anno”, ha raccontato Roberto Lupi, presidente di Bcn Concerie, nella cornice di Lineapelle 102, appuntamento conclusosi ieri della kermesse dedicata al mondo conciario ospitata da Rho Fiera Milano.
“Stiamo assistendo, direi fortunatamente, a un riposizionamento sul mercato: non possiamo prendere il 2020 e il 2021 come termine di paragone, sono stati una parentesi di eccezionalità”, prosegue Lupi nel ripercorrere il passato recente del comparto e insieme dell’azienda conciaria toscana fondata nel 1938 nel distretto pellettiero di S. Croce Sull’Arno (Pisa).
Il 2022 si è chiuso a quota 37,7 milioni di euro per Bcn, con una crescita del 29% rispetto all’anno precedente, del 51% sul 2020 e di circa il 20% sul pre-Covid. L’utile è ammontato a oltre 2,4 milioni di euro nel precedente fiscal year.
Riguardo al 2023, anticipa Lupi, “il posizionamento sul formale ci ha permesso di mantenere la nostra posizione, con un calo contenuto, previsto single digit (5-6 per cento)”. Aggiunge: “In generale, l’anno finirà un sordina, sotto le incertezze emerse già a luglio e che si stanno consolidando, è difficile immaginare grosse crescite”.
Ma, sottolinea l’imprenditore, gli investimenti in corso sul fronte della sostenibilità e della tracciabilità non faranno che “conferire sempre più valore alla pelle, già di per sé naturalmente circolare”.