Mentre la Cina continua a lottare contro il Covid e si moltiplicano le proteste contro le misure governative che continuano ad interessare alcune regioni del Paese, i consumatori cinesi fanno i conti con un revenge shopping del lusso. Secondo i dati pubblicati nell’ultimo rapporto In:china monitor dal titolo “Uno sguardo sul mercato del lusso in Cina” redatto da Intarget Shanghai, la maggior parte delle società di analisi di mercato, prevedono che la performance del mercato del lusso sarà favorita dalla forte domanda interna nella regione Asia-Pacifico (APAC). L’APAC potrebbe infatti raggiungere un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 7,9% tra il 2022 e il 2025, rispetto al 6,7% del mercato totale del lusso. “Con il 2023 si prevedere un rimbalzo del lusso che dovrebbe superare i livelli pre-Covid”, spiega a Pambianconews Stefano Generali, Managing Director Intarget Shanghai.
Ma, contestualmente alla ripresa dei consumi, nel Paese asiatico i marchi dell’alto di gamma devono fare i conti con un cambiamento delle abitudini e delle tipologie di acquisto da parte dei consumatori cinesi. Secondo un rapporto dell’azienda cinese QuestMobile, sono, infatti, emerse nuove tendenze a seguito della maggiore consapevolezza del consumatore maschile cinese: al giorno d’oggi i consumatori, di ogni fascia d’età, prestano sempre più attenzione alla qualità e al brand, oltre che al prezzo.
“I cinesi vogliono tornare a vivere una vita normale e tornare alle abitudini precedenti ma c’è una generalizzata richiesta verso brand di nicchia”, spiega Generali. “Il rallentamento dell’economia, l’aumento dell’inflazione e della disoccupazione ha prodotto effetti sul mondo del lusso. E con il Covid si sta favorendo i marchi di fascia alta più sobri e meno evidenti, si va verso marchi di nicchia”. È la fine del brand status symbol? Secondo il Managing Director di Intarget Shanghai è molto probabile che sia così. “I consumatori stanno arrivando a una certa maturità anche in questo Paese”, conferma Generali. “C’è poi una spinta sui canali e-commerce come piattaforme privilegiati di vendita per il lusso. E proprio gli stessi brand di lusso che, in fase pre covi erano restii l’uso dei marketplace per la vendita, ora li spingono”.
Oltre alle modalità di acquisto, cambiano anche le tipologie di prodotti che vengono maggiormente richieste. “Già nel 2021 c’era un interesse sempre maggiore verso la moda maschile, segmento che vale 104 miliardi di dollari nel 2021 con un tasso di crescita annuale nei prossimi cinque anni dell’8%, verso la cosmetica per uomini e i gioielli”. L’export italiano di gioielli di lusso in Cina è aumentato del 207% tra il 2019 e il 2021. “Nel primo trimestre dell’anno la gioiellieria ha subito un calo del 20% circa ma è temporaneo”. C’è poi da aggiungere in generale un discorso di espansione dei brand di lusso nelle città di seconda e terza fascia, che rappresentano quasi il 40% dell’intera popolazione cinese. “L’economia cinese sta crescendo bene in queste città dove i consumatori sono più ottimisti e il costo della vita è più basso”.