“Come madre di quattro figli, sono stata scossa dalle immagini che ho visto”, ha dichiarato Kim Kardashian tramite i social, facendo riferimento alla recente campagna di Balenciaga per la holiday season. Gli scatti ‘incriminati’, con protagonisti dei bambini e dei peluches con accessori che rimandavano chiaramente al mondo del bondage, hanno scatenato le polemiche del web, che a gran voce ha chiesto al brand di dare delle spiegazioni. Poco dopo il ritiro, da parte della maison, della campagna e le scuse sul proprio profilo Instagram: “Ci scusiamo sinceramente per qualsiasi offesa possa aver causato la nostra holiday campaign. I nostri orsi di peluche non avrebbero dovuto comparire con le bambine in questa campagna. Abbiamo immediatamente rimosso la campagna da tutte le nostre piattaforme. Prendiamo molto seriamente questi argomenti e abbiamo avviato azioni legali nei confronti delle parti responsabili per la creazione del set includendo oggetti non approvati per la nostra campagna primavera 2023. Condanniamo vigorosamente l’abuso di bambini in tutte le forme. Ci battiamo per la sicurezza e il benessere dei bambini.”
“La sicurezza dei bambini viene prima di tutto e ogni tentativo di normalizzare l’abuso su di loro non dovrebbe trovare spazio nella nostra società”, ha continuato la Kardashian, aggiungendo inoltre che, al momento, la sua collaborazione con il brand è sotto revisione. Una partnership nata, come per l’ex marito Kanye West, dall’amicizia con Demna (direttore creativo di Balenciaga) e che l’aveva vista indossare i capi della griffe in diverse occasioni, oltre che diventare testimonial della ultima campagna winter 2022 del brand. “Rispetto al mio futuro con Balenciaga – ha concluso la celebrity americana via social -, sto al momento rivalutando la mia partnership con il brand, basandomi sulla loro volontà di accettare la responsabilità per qualcosa che, in primo luogo, non sarebbe mai dovuto accadere.”
A questo scandalo si è aggiunta però anche la campagna dedicata alla collaborazione tra Balenciaga e Adidas, dove, in uno scatto, si può leggere, sotto una borsa, la pagina di un verdetto della Corte suprema americana in materia di pornografia, relativo al caso Us vs Williams del 2008.
Un dettaglio, non sfuggito ad alcuni utenti, che ha seguito poco dopo la denuncia della maison francese alla casa di produzione North Six, incaricata di realizzare la controversa campagna pubblicitaria (quella con protagonista la borsa), e la richiesta di un risarcimento di ben 25 milioni di dollari. Il brand di Kering, secondo quanto riportato da Business of Fashion, avrebbe infatti presentato una causa venerdì nello stato di New York alla Corte suprema di Manhattan, sostenendo che la compagnia, assieme allo scenografo Nicholas Des Jardins, avrebbero utilizzato documenti relativi a un caso di pornografia infantile senza permesso.
In un recente comunicato, rilasciato ieri sul proprio account Instagram, Balenciaga ha ammesso la propria responsabilità nel non aver accuratamente supervisionato gli scatti della prima campagna (quella coi peluches) e che rispetto alla seconda tutti gli oggetti presenti venivano in realtà da terze parti. “Tutti gli oggetti inclusi nello shooting sono stati forniti da parti terze, che hanno confermato per iscritto che questi props fossero finti documenti legali. Si sono poi dimostrati essere in realtà documenti reali, che probabilmente erano stati presi dal set di una serie tv drammatica”, è spiegato nel post.
Un lungo comunicato che è servito a prendere una chiara posizione rispetto all’accaduto, che ha ovviamente condannato l’abuso di minore in qualsiasi forma e che spiega come la griffe stia rivedendo la propria organizzazione interna, rinforzando le strutture incaricate del processo creativo e sondando il terreno per collaborare con organizzazioni specializzate nella tutela dei bambini.