Nel mese di luglio 2022 le esportazioni di prodotti del settore orafo-argentiero-gioielliero italiano hanno subito un rallentamento rispetto ai ritmi dei primi sei mesi dell’anno (+30% sia nel primo sia nel secondo trimestre), restando comunque in positivo. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Moda per Federorafi, le esportazioni hanno registrato in luglio un modesto +5,7% in valore sull’analogo mese 2021. Nei primi sette mesi dell’anno, la crescita Y-o-Y è del 29,7 per cento: sono stati venduti fuori dai confini nazionali beni per 5,8 miliardi di euro (vale a dire 1,3 miliardi in più). Il confronto con la situazione pre-pandemia mostra come i livelli attuali risultino superiori di ben il 42% rispetto a quelli del gennaio-luglio 2019.
“Il saldo commerciale del settore – si legge nella nota – ha superato, nei primi sette mesi 2022, i 4,5 miliardi di euro: una cifra record, superiore del +32,8% rispetto all’attivo realizzato nello stesso periodo 2021”. Tra i settori che compongono il Tessile, Moda e Accessorio italiano, l’orafo-argentiero-gioielliero è il secondo più elevato, dopo quello del tessile-abbigliamento (pari a 5,1 miliardi nei primi 7 mesi).
L’analisi dell’export per Paese di destinazione mostra aumenti non trascurabili (quasi sempre a doppia cifra) per tutti i principali mercati, sia rispetto ai primi sette mesi 2021, che nel confronto con la situazione pre-Covid. L’unica eccezione, nella top20 dei principali sbocchi, è rappresentata da Hong Kong che, pur sfiorando i livelli di un anno addietro (-0,3%), presenta un gap notevole col 2019 (-29,9%). Trend marcatamente favorevoli hanno interessato sia i flussi verso i partner della Ue27 (+37,2% su gennaio-luglio 2021) che i mercati fuori dai confini dell’Unione (+27,3%), che coprono quasi 3/4 delle vendite estere del settore. Gli Stati Uniti (+18,2% sui primi 7 mesi 2021, pari a quasi 125 milioni di euro in più in termini assoluti) si sono confermati in vetta alle destinazioni, con una quota del 14% sul totale export settoriale. Al secondo posto tra i mercati di sbocco troviamo la Svizzera, cresciuta del +29% circa, e al terzo gli Emirati Arabi (+25,3%). La Francia è al quarto posto. La Cina – dopo aver sperimentato una variazione del +130% a consuntivo 2021, che le aveva permesso di raggiungere il 15° posto tra i principali paesi clienti del settore – nei primi 7 mesi di quest’anno ha registrato una contrazione del -3,4%, scendendo al 24° posto. Focalizzando infine l’attenzione sui due mercati direttamente coinvolti nel conflitto esploso a fine febbraio scorso – ovvero Russia e Ucraina – va detto che, anche prima della guerra, non occupavano posizioni di primissimo piano per il settore.