È ancora una volta la gioielleria a far brillare la performance di Richemont. In mattinata le azioni del colosso svizzero dell’hard luxury guadagnavano oltre 10 punti percentuali alla Borsa di Zurigo, spinte dal rebound asiatico nei sei mesi al 30 settembre scorso (prima metà dell’esercizio finanziario di Richemont), archiviati con vendite per 9,68 miliardi di euro, in aumento del 24 per cento. Nel periodo il gruppo ha registrato un rosso di 766 milioni di euro, a causa di un effetto contabile legato alla vendita della piattaforma Yoox-Net-A-porter. Al netto di questa operazione, l’utile è pari a 2,11 miliardi (+40 per cento). I risultati hanno battuto le attese degli analisti consultati da Awp.
Ad alimentare le vendite, spiega Richemont, è stato un “miglioramento” della performance in Asia-Pacific, che cresce del 3%, e una progressione double digit per gli altri mercati in cui il player di Ginevra è presente. Quanto alle categorie, le maison di gioielleria, tra cui Cartier e Van Cleef & Arpels, evidenziano un’aumento delle vendite del 24% e un margine operativo del 37,1 per cento. Gli specialist watchmakers come Piaget o Vacheron Constantin segnano ricavi a +22% e ottengono un margine operativo del 24,8%, mentre l’area di business del fashion e accessori (Alaïa, Az factory, Chloé, Delvaux, Peter Millar, Montblanc e Dunhill) cresce del 27%, con un ebitda margin del 4,3 per cento.
Richemontha espresso cautela rispetto al futuro.”Sul prossimo anno è molto difficile fare previsioni”, ha dichiarato alle agenzie finanziarie Cyrille Vigneron, CEO di Cartier. “La Cina – ha aggiunto il manager – dovrebbe migliorare, ma non sappiamo dare tempistiche certe. Negli Stati Uniti ci sono segni di recessione e ci sarà probabilmente un impatto sull’Europa”. Il chairman di Richemont Johann Rupert ha inquadrato l’aumento dei tassi di interesse e le pressioni inflazionistiche come potenziali fattori di erosione, ma si è anche detto fiducioso per la tenuta delle performance del settore.
Lo scorso venerdì, i dati di Richemont, così come la notizia del primo allentamento delle rigide misure anti-Covid nel Gigante Asiatico, hanno messo le ali ai titoli del lusso. A Piazza Affari hanno chiuso in progressione le azioni di Moncler (+4%), Salvatore Ferragamo (+6,5%), Cucinelli (+3%) e Tod’s (+4,6 per cento). Ma l’effetto Cina ha premiato tutto il comparto europeo, come testimoniano Kering (+2,2%) e Lvmh (+2,8 per cento).