Si chiama ‘Feeding your ideas’ la collezione autunno/inverno 2023-24 presentata da Cadica Group a Milano Unica. Il gruppo specializzato nella fornitura di etichette, cartellini e packaging, dal 2019 in mano al fondo d’investimento internazionale Hig Capital, è tra i protagonisti della 35esima edizione della fiera meneghina dedicata al tessile e all’accessorio d’alta gamma, a Rho Fiera Milano fino a oggi 14 luglio.
“Chiaramente per un’azienda b2b come noi si tratta un po’ di un ossimoro – ha raccontato a Pambianconews l’amministratore delegato Massimo Stefanello -, noi teoricamente dovremmo ricevere gli input e svolgere il compito, in realtà tra le nostre ambizioni (non a caso abbiamo nel gruppo A+A che fa trend e quindi lavora con gli stilisti per svilupparli) c’è quella di sviluppare una nostra collezione. È un modo di declinare tendenze, argomenti tecnici, materiali in quelle che pensiamo siano le prospettive dei prossimi anni”. Prosegue: “Rappresenta un punto di partenza, quasi mai un punto di arrivo: è rarissimo che la nostra collezione diventi un ordine, ma da lì si mettono insieme alcune combinazioni di elementi, soluzioni e materiali che poi vendiamo”.
Riguardo al 2022 ormai a metà corsa, ricco di sfide per l’intero settore tessile, il manager si mostra soddisfatto sebbene prudente. “Il 2022 sta andando abbastanza bene – ha spiegato -. Siamo in una crescita a doppia cifra rispetto all’anno precedente, anche se ci confrontiamo con un 2021 in cui Etichetta 2000 era presente solo per sei mesi e Varcotex non c’era. Comunque è evidente che, anche a parità di perimetro, l’anno sta andando bene. Ci sono delle sfide che riguardano tutto il settore e il tema è la marginalità: la carta, il cartone, i tessuti, alcuni materiali metallici stanno subendo delle pressioni di prezzo molto forti. Il nostro è un modello misto, industriale e commerciale, e noi tendiamo a ribaltare sul cliente ma non è sempre così semplice perché anche se siamo ben consci di rappresentare l’1% del costo del prodotto anche su questo c’è pressione. Il mantenimento della marginalità è la vera sfida”. Non solo: “L’incidenza dei trasporti è raddoppiata, seppur low single digit. E poi c’è il tema della manodopera: noi abbiamo quattro stabilimenti produttivi e trovare delle persone è complesso, soprattutto a Carpi, e questo è un limite”.
Il gruppo nel corso dell’ultimo anno ha messo a segno l’acquisizione di Etichetta 2000 e, solo pochi mesi fa, di Varcotex, entrambe nell’ambito di un ambizioso progetto di aggregazione volto alla creazione di un “centro di eccellenza nel settore degli accessori moda”, aveva spiegato l’azienda. Ma per il momento la corsa all’integrazione sembra essere in stand-by. “In questi ultimi dodici mesi abbiamo fatto già abbastanza, e le acquisizioni un conto è dirle, un altro è farle – ha spiegato l’AD -. Con Etichetta 2000 l’idea di base, ovvero dirottare produzioni che oggi vanno a terzi nella nostra fabbrica, sta funzionando molto bene, anche perché si tratta di uno degli stabilimenti più efficienti d’Italia, con costi a volte anche migliori della Cina. Con Varcotex stiamo appena iniziando. Ci vogliono i sistemi, le produzioni, la combinazione del portafoglio clienti con le produzioni… Per quest’anno non ci pensiamo proprio”.
Intanto, Cadica Group guarda però alla chiusura del 2022 puntando alla crescita nonostante lo scenario globale. “Obiettivo ragionevole – anticipa Stefanello – è superare a livello consolidato i 100 milioni di fatturato”.