La tessitura italiana recupera il terreno perso nel 2020 ma resta ancora in calo rispetto ai livelli pre pandemia. Secondo le stime elaborate dal Centro Studi di Confindustria Moda e presentate ieri in occasione dell’apertura della 34esima edizione di Milano Unica, il bilancio 2021 della tessitura made in Italy (comprensiva di tessitura laniera, cotoniera, liniera, serica e a maglia) dovrebbe archiviare il 2021 con un fatturato complessivo di poco più di 5,8 miliardi di euro, ovvero in crescita del 9,6% sull’anno precedente ma il risultato è ancora inferiore del 23% rispetto al 2019.
Diversi i fattori che non hanno consentito di tornare alla situazione di mercato pre pandemica. Oltre alle incertezze di mercato, nella seconda metà del 2021 si sono aggiunti rincari e difficoltà nel reperimento di materie prime e semilavorati, nonché l’impennata dei prezzi energetici.
C’è poi da segnalare l’andamento differenziato dei diversi comparti del mondo tessile. Come segnalato nella nota congiunturale, “le maggiori difficoltà nella ripartenza si sono riscontrate nella tessitura laniera, sia pettinata che cardata, e nella tessitura serica. Di contro, tessitura a maglia e tessitura liniera hanno registrato dinamiche molto favorevoli, tant’è che entrambe sono attese superare i livelli del 2019”.
Sul fronte delle esportazioni, secondo le stime preconsuntive sui 12 mesi, le vendite all’estero sono aumentate dell’11,2% rispetto al 2020 per un valore totale di 3,3 miliardi di euro, ovvero 340 milioni in più rispetto al 2020, ma ancora in calo di circa 770 milioni di euro rispetto al 2019. L’import è previsto sui 1,6 miliardi di euro, in progresso del 14,7 per cento.
Guardando ai 10 mesi, la Francia si conferma primo mercato di sbocco: grazie ad un aumento del +15,3%, copre l’8,3% del totale esportato. In calo, invece, la Germania, secondo mercato, (-6,5%). Al terzo posto sale la Cina: cresciuta del +37,6 per cento. Hong Kong, nonostante l’incremento del +29,6%, resta in undicesima posizione. L’area Cina-Hong Kong, con un totale di circa 244 milioni di euro di tessuti esportati dall’Italia, tuttavia si conferma come il primo mercato per la tessitura davanti alla Francia. Bene anche gli Usa che vedono un incremento del +36,7 per cento.
Se si considerano le performance di esportazioni rispetto al periodo pre pandemico del 2019, tra le principali dieci destinazioni dei tessuti italiani, solo la Spagna presenta un aumento del +15,0% rispetto all’export del gennaio-ottobre 2019.