La moda arranca nella scalata ai livelli pre-Covid. A fotografarne la lenta ripresa è il monitor dei distretti industriali italiani redatto da Intesa Sanpaolo, in cui il sistema fashion ha mostrato nel 2021 un rimbalzo rispetto al 2020 del 38,4%, ma mantenendo una flessione considerevole sul 2019, che arriva a quota -29,3% nel comparto degli intermedi.
A preoccupare il settore sono le incognite che incombono sul superamento della fase pandemica, l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, fino agli impacci nella logistica e nei trasporti. A cui si aggiunge l’avvento della variante Omicron, che ha aperto una nuova fase dell’era Covid. Il 2022 è atteso dal settore come l’anno del ritorno ai livelli pre-pandemici, che nel 2019 fa avevano sfiorato i 100 miliardi di fatturato, ricorda Il Sole-24Ore, e che nel 2020 aveva perso oltre il 25 per cento nel proprio giro d’affari.
In questo scenario si pone la sinergia tra Intesa Sanpaolo e Sistema Moda Italia (Smi), il cui obiettivo è fornire supporto alle imprese associate alla federazione del tessile-abbigliamento italiano. Come ha sottolineato il presidente di Smi Sergio Tamborini il settore, soprattutto a monte della filiera, è rappresentato in larga parte da Pmi e microimprese, in difficoltà nel processo di recupero della produttività antecedente all’emergenza sanitaria.
Le imprese del settore potranno accedere agli strumenti finanziari e alla consulenza di ‘Motore Italia’, il programma del gruppo torinese attivato nel 2021 per consentire alle piccole e medie imprese di rilanciarsi con progetti di sviluppo e nuovo credito e conseguire gli obiettivi individuati dal Pnrr. Tra questi, transizione 4.0, crescita sostenibile ed economia circolare.
Nell’ambito della nuova collaborazione con Smi, Intesa Sanpaolo fornirà, innanzi tutto, la possibilità di rifinanziare le linee di credito a medio-lungo termine in essere allungando la durata del piano di ammortamento fino a 15 anni attraverso l’attuale quadro normativo che consente l’utilizzo all’80% delle garanzie del Fondo Centrale, attraverso linee di credito aggiuntive.
Un programma di sostegno e finanziamento che si inserisce all’interno della più ampia cornice dell’accordo stipulato in autunno tra l’istituto di credito e Confindustria, partito con la messa a disposizione delle imprese di 150 miliardi di euro in tre anni, finalizzati allo sviluppo del sistema produttivo sull’onda del Pnrr e dei nuovi obiettivi di crescita del tessuto industriale del Paese.