Emergenza materie prime nel tessile-abbigliamento. A lanciare l’allarme è Sistema moda Italia che, nel suo ultimo report, fotografa uno scenario di settore ancora fortemente in difficoltà di fronte ai rincari che stanno interessando l’intera filiera. Dopo i rialzi già registrati nei mesi precedenti, incrementati soprattutto con l’arrivo dell’estate, a settembre l’indice sintetico di Smi segna un +36,2% in euro (+36% in dollari) rispetto allo stesso mese del 2020.
Nello specifico, il cotone ha registrato un aumento tendenziale del 31,2% (in euro), come certificato dall’indice A di Cotton Outlook. A fine agosto è emerso il picco, salito a quota 103,7, allarmante se si pensa che era dal febbraio del 2012 che l’indice non sfondava il valore 100.
Riguardo alle lane, invece, l’indice Awex Eastern ha chiuso il mese di agosto a +42,0% in euro rispetto ad agosto 2020; le fibre sintetiche, intanto, sono cresciute del 51,6% su base annua e quelle artificiali del 19,3 per cento. Nello stesso mese, la seta greggia sulla piazza di Como ha sperimentato un aumento di oltre il 30,0% su base tendenziale.
Gli aumenti riguardano inoltre diversi prodotti chimici impiegati nella manifattura tessile, specie nelle fasi di nobilitazione e finissaggio di filati e tessuti. Questo concorso di rialzi così rilevanti nel sistema del tessile-abbigliamento, spiega l’associazione di categoria, si accompagna a un boost nella domanda, spinto dalla ripartenza delle attività economiche e della richiesta da parte dei mercati internazionali di prodotti made in Italy destinati all’export.
Ma le forniture dipendono da Paesi che ancora non sono tornati a pieno regime dopo lo stop prolungato della pandemia, scatenando rincari che stanno pesando anche sul versante logistico e dei trasporti. Il risultato è una crisi globale che sta coinvolgendo le catene di approvvigionamento di tutto il mondo.
“Gli aumenti di materie prime e sostanze chimiche indispensabili nella nostra filiera – ha dichiarato nella nota ufficiale il presidente uscente di Smi, Marino Vago – creano ulteriori difficoltà, in questo momento così complesso nel nostro settore. I rincari impattano anzitutto sul cosiddetto ‘monte della filiera’, che in questi anni sta affrontando le maggiori difficoltà tra blocchi e aumenti che riguardano tutte le materie prime, le sostanze chimiche e anche i servizi di logistica. Tutta la filiera deve essere compatta nell’affrontare questi problemi insieme e i costi dovranno inevitabilmente essere spalmati su tutti gli attori dal monte al valle della nostra produzione, per la tenuta della nostra unicità di made in Italy”.