Arrivano contrastanti segnali di ripresa dalla mappa dei consumi tracciata dall’Osservatorio Confimprese-EY. Il mese di luglio, è emerso dall’analisi del panel di rilevazione, ha rivelato un inequivocabile trend di ripresa rispetto al medesimo mese del 2020 pandemico, registrando un +8 per cento. Rimane fortemente problematico, però, il confronto con il 2019 pre-Covid, da cui emerge una flessione del 22 per cento.
Secondo gli analisti dell’Osservatorio, questo calo diffuso nei due anni fa pensare che, pur essendoci un quadro in miglioramento rispetto al mese di luglio 2020 sostenuto da una crescita del Pil migliore rispetto persino a quella francese, la strada verso la ripresa sia ancora lunga.
Lo scenario tratteggiato, infatti, contempla complessivamente tutti i settori merceologici analizzati, tra i quali spiccano abbigliamento e accessori nella posizione di comparto più sofferente. Con una contrazione del -27% rispetto al 2019, il settore è cresciuto del 4% su base annua, incremento ancora insufficiente per far presagire un ritorno a breve termine ai volumi di vendite pre-pandemici.
In parziale miglioramento rispetto ai drammatici dati dei mesi precedenti, invece, ci sono la ristorazione (-19%, ma a +26% sul 2020, con la complicità del periodo estivo e l’allentamento delle misure restrittive), e il non food (-7%).
Naviga ancora in cattive acque il canale del travel retail, a -53% a causa degli ancora pressanti contraccolpi della pandemia, insieme a centri commerciali (-23%) e outlet (-17%). Dato negativo anche per le high street, a -28 per cento. Nonostante il raffronto con il 2019 sia ancora spietato, i canali di vendita più colpiti dall’effetto Covid e dalla riconfigurazione degli acquisti che ha imposto, stanno dimostrando di poter riprendere quota registrando un aumento rispettivamente del 13%, 11% e 16% sul 2020. Solo le high streets si fermano a un timido +6%, a testimonianza di come le grandi città, complice il lavoro da remoto, non si siano ancora ripopolate.
L’analisi geografica, invece, rivela che la performance peggiore è quella del Centro Italia a -25%, seguito a ruota dall’area Nord Est a -23% e Nord Ovest a -22 per cento. Segue a breve distanza l’area Sud a -19%.
“Come da previsioni, sostenute dai dati Istat di questi giorni, abbiamo un mese di luglio 2021 che performa discretamente rispetto a luglio 2020 – ha commentato Mario Maiocchi, direttore del centro studi retail Confimprese – il che accorcia le distanze dalle flessioni registrate nei mesi passati. Tuttavia la strada è lunga, il raffronto con luglio 2019 è ancora perdente e mostra un mercato dei consumi in sofferenza. L’auspicio è che il prossimo trimestre, grazie all’attuale andamento dell’economia che ci pone ai primi posti in Europa, possa portare benefici anche al retail”.
Gli indizi della ripresa sono indubbi, dunque, ma il regime di consumo appare ancora lontano da un vero ritorno alla normalità. “Con il -22%, anche a luglio registriamo un calo importante delle vendite rispetto allo stesso mese del 2019. Nonostante i saldi, il settore delle vendite ha dunque ancora molto terreno da recuperare nei mesi a venire in quanto il bilancio da inizio anno corrisponde al -40% vs 2019”, ha aggiunto Paolo Lobetti Bodoni, consulting market leader di EY in Italia.
“Oltre al tracollo osservato nel travel, è significativo notare come i trend peggiori si registrino in particolare nell’abbigliamento e accessori e nelle high street, a dimostrazione dell’impatto che il lavoro da remoto ha avuto su questi settori, e prevediamo che questo fenomeno possa avere anche in futuro un effetto sia sulla quantità sia sull’ubicazione degli acquisti”, ha concluso il manager.