La pandemia sta sparigliando le carte sul tavolo dei consumi. A darne conto è l’Osservatorio Non Food Gs1 Italy, dalla cui analisi emerge una nuova distribuzione nella spesa delle famiglie italiane, settore alimentare escluso, con qualche sorpresa. A occupare la corsia di sorpasso c’è l’elettronica che accelera sensibilmente e supera il segmento di abbigliamento e calzature.
Insieme all’edutainment (che raccoglie prodotti destinati a formazione e intrattenimento, come film, libri o videogiochi), che prevedibilmente conquista il primo posto, si tratta dell’unico comparto con bilancio positivo nell’anno della pandemia.
Nel corso del 2020, infatti, l’edutainment ha messo a segno un +9,4% su base annua mentre le catene specializzate nella vendita di elettronica di consumo hanno registrato un aumento del 6,3% rispetto al 2019, quando invece il rialzo si era fermato a +0,2 per cento. Al contrario, i negozi di abbigliamento hanno accusato un calo del 26,5% sull’anno precedente, guadagnandosi tristemente la posizione di segmento meno performante tra quelli extra alimentari.
Complessivamente, i 13 comparti monitorati dall’Osservatorio italiano hanno incassato 93,5 miliardi di euro di vendite, in calo del 9,5% rispetto al 2019. Una contrazione che ha interrotto il trend di, seppur lenta, crescita che fino all’anno pre-pandemia aveva pervaso le abitudini di consumo degli italiani, in un clima di cauta fiducia. Nel 2019, infatti, il non food era cresciuto dello 0,2% sull’anno precedente.
Il report traccia, quindi, una mappa dei consumi che fotografa un anno di discontinuità, i cui risvolti arrivano fino al 2021 e non accennano a venire meno anche in seguito. Significativi i dati sui canali distributivi dei settori coinvolti: in generale, la rete di vendita si contrae e l’e-commerce si impone come predominante.
Parallelamente, si affermano diverse forme di distribuzione alternativa, dalle vendite a domicilio o per corrispondenza a quelle realizzate nei distributori automatici, nel complesso aumentate del 13,9% rispetto al 2019. Prossimità e digitale sembrano essere le parole chiave del nuovo pattern d’acquisto, mentre i centri commerciali – complice il poco respiro concesso dalle restrizioni anti-Covid – hanno patito un contraccolpo che li costringe a reinventarsi sempre più come luoghi di intrattenimento che di shopping vero e proprio.