Lo rivelano i dati del primo Osservatorio Crowdfunding promosso da Pambianco. Nell’anno della pandemia sono state 27 le operazioni concluse tra startup e Pmi dei settori cardine del Made in Italy per un raccolta di quasi 10 milioni di euro.
Le startup e le pmi innovative, basate su nuovi modelli di business, cercano sempre di più lo strumento del crowdfunding per accelerare il percorso di crescita. Anche e soprattutto in un anno particolare come il 2020, a riprova del fatto che questa modalità, introdotta in Italia nel 2012 e che consiste nel finanziare un progetto di una società in cambio di quote di partecipazione, si è dimostrata uno strumento resiliente e pronto a colmare le necessità di liquidità delle aziende laddove i canali di finanziamento tradizionali non sono riusciti ad arrivare in tempi brevi.
È anche la conferma che la pandemia ha aperto nuove opportunità di investimento nell’economia reale attraverso il digitale, ambito in cui si sviluppa questa tipologia, nata su Internet chiamando a raccolta i ‘web surfers’ per la raccolta di piccoli capitali, dando la possibilità ad un pubblico più ampio di intervenire anche con piccole somme.
Lo strumento, aperto al pubblico, ora sta dimostrando le sue potenzialità anche tra le categorie di investitori più interessati alla diversificazione dei propri investimenti.
Il contesto attuale, con bassi tassi d’interesse e grande liquidità sul mercato, vede infatti in forte ascesa gli investimenti in asset alternativi, tra cui appunto l’equity crowdfuding anche tra l’esercito degli ex cassettisti italiani, cioè di quei risparmiatori abituati a collocamenti più sicuri e che stanno sempre di più guardando al crowdfunding come possibilità di partecipare alla raccolta di capitali di imprese più piccole e “locali”.
Lo attesta una ricerca condotta dall’Osservatorio Crowdfunding di Pambianco che, per la prima volta, ha raccolto i dati sulle operazioni di crowdfunding in Italia nel 2020 nel segmento equity (che prevede la sottoscrizione di quote del capitale di rischio della società). Lo studio è stato condotto monitorando i sei principali siti di crowdfunding attivi nel Belpaese e quindi Mamacrowd, Backtowork, Crowdfundme, Opstart, TheBestEquity e StartsUp, nonché il portale specializzato Crowdfunding Buzz.
Nel 2020 è boom del food
Nel corso dell’ultimo anno sono state 27 le operazioni di equity crowdfuding concluse con successo nei settori del food, design, fashion e beauty (escludendo quindi l’equity immobiliare). La raccolta complessivamente ha sfiorato i 10 milioni di euro (9,9 milioni di euro per la precisione), con una media di 366mila euro per operazione. La valutazione pre-money si è attestata a 3 milioni di euro. Il food è il settore che più di tutti è ricorso a questo strumento, e non a caso: l’anno della pandemia ha avuto un impatto importante nelle abitudini delle persone soprattutto nell’ambito alimentare, a partire dal delivery. Il solo settore alimentare ha chiuso l’ultimo esercizio fiscale con 15 deal su un totale di 27, oltre la metà delle operazioni messe a segno nel corso del 2020, per un valore complessivo di poco più di 5 milioni di euro. Nella sola top ten delle principali operazioni per valore, la metà è rappresentata da startup e Pmi innovative legate al mondo della ristorazione e della distribuzione alimentare, tra cui il breadbar Forno Brisa che ha totalizzato una raccolta di 1,2 milioni di euro per una valutazione pre-money di 3,2 milioni e la catena di ristoranti kids-friendly Benvenuto Family che ha concluso a fine febbraio 2020 una campagna con 1 milione di euro di raccolta e una valutazione pre-money di 9 milioni.
Il design si piazza al secondo posto tra i settori più ricettivi dal punto di vista dell’utilizzo dello strumento del crowdfuding con cinque deal (Fresco Frigo Holding, Playwood, Ayuppie, Soldi Design e RD24) per un totale di un milione di euro. Il fashion guadagna la terza posizione con quattro operazioni concluse nel corso del 2020 che hanno raccolto complessivamente 1,4 milioni di euro e che hanno in comune una forte spinta sul mondo digitale. Si tratta di Out of, startup innovativa di ottica sportiva, che si è piazzata al quarto posto nella top ten delle principali operazioni del 2020 “incassando” un milione di euro per una valutazione pre-money di 3,2 milioni, il sito Gaiamyfriend (196mila euro), il sito di abiti a noleggio Dress you can (144mila euro) e la piattaforma Logaritmica dedicata all’experience nel mondo del lusso (46mila euro). Il beauty chiude “solo” tre operazioni ma tutte di successo sotto il profilo della raccolta, piazzandosi nella top ten 2020 per un totale di 2,3 milioni di euro, di cui oltre la metà legati alla raccolta crowdfunding della catena di beauty per l’uomo Barberino’s (1,250 milioni di euro per una valutazione pre money di 5,2 milioni). Le altre due operazioni del 2020 sono The Longevity Suite (600mila) e Econviene (464mila).
Nel primo trimestre di quest’anno sono state tre le operazioni concluse, la metà rispetto a quelle archiviate nello stesso periodo del 2020. Il food si aggiudica due operazioni: Etilika, un e-commerce specializzato nella vendita di vini e superalcolici, che ha raccolto quasi 1 milioni di euro (a fronte di una valutazione pre-money di 8,2 milioni) e Acquainbrick che ha ottenuto un finanziamento di 500mila euro (valutazione pre-money di 3,1 milioni di euro). La terza operazione ha coinvolto il beauty con la piattaforma di vendita online Profumeria Web (545mila euro di raccolta per una valutazione pre-money di 12,5 milioni).
L’equity crowdfunding è stato introdotto in Italia dal Decreto Sviluppo bis del 2012 con l’obiettivo di introdurre la raccolta di capitale di rischio attraverso Internet per favorire la nascita e lo sviluppo di imprese startup innovative (poi esteso a tutte le Pmi). Gli ultimi mesi hanno portato delle novità regolamentari per l’equity crowdfuding, ovvero la possibilità per i portali autorizzati i collocare minibond a investitori professionali in una sezione dedicata.