Per le fiere italiane la fase in corso rappresenta il periodo più lungo di chiusura dell’intero sistema. Come ricorda Aefi, l’Associazione Esposizioni e Fiere Italiane, dal 1 marzo 2020 al 31 marzo 2021 hanno infatti lavorato solo 53 giorni, con un conseguente calo complessivo di fatturato di circa l’80% rispetto al 2019 e perdite superiori al 30 per cento. Un tracollo per il settore, nonostante l’avvio delle formule digitali per consentire un margine di continuità. Ma arriva un segnale significativo: lo stop potrebbe forse concludersi a luglio. Martedì sera si è svolto infatti un vertice a Roma al quale hanno partecipato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, quello del Turismo Massimo Garavaglia, quello dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, quello della Salute Roberto Speranza e i rappresentanti di Associazione Esposizioni e Fiere Italiane.
Dall’appuntamento non sono emersi dettagli precisi anche se la notizia è stata confermata anche oggi dal ministro Giorgetti che ha dichiarato: “Per il sistema delle fiere abbiamo dato indicazione di programmare la stagione fieristica da luglio”, in occasione dell’audizione, alle commissioni riunite Attività produttive Camera e Industria del Senato, sulle linee programmatiche. Per ora si tratta, quindi, di promesse che dipenderanno dalle progressive riaperture ipotizzate a partire da maggio, in funzione del calo della curva epidemiologica e dai vaccini. Dai diretti interessati, ovvero le associazioni coinvolte nel mondo fieristico, non arrivano commenti in merito. Secondo Aefi occorre aspettare date più precise per parlare di una effettiva ripresa, ma lunedì, in occasione dell’assemblea dell’associazione, il tema delle riaperture dovrebbe essere all’ordine del giorno. Tuttavia, come ricorda l’associazione di riferimento delle manifestazioni italiane, i saloni si son già predisposti per tempo per adeguare le strutture a tutte le regole sanitarie, regole contenute nel “Protocollo Aefi di regolamentazione per il contenimento della diffusione del Covid 19 nelle manifestazioni e negli eventi fieristici”, acquisito dal Cts già nella riunione del 16 giugno 2020 e Aefi ha ha rafforzato il contenuto a beneficio dei proprio visitatori ed utenti e lo ha adeguato in previsione di una riapertura inoltrandolo al CTS il 15 febbraio 2021.
Così iniziano a susseguirsi le notizie di un possibile ritorno in presenza delle kermesse, in primo luogo quelle della moda. Tra le prime potrebbe esserci Pitti Uomo: da calendario dal 15 al 17 giugno ma proprio nei giorni scorsi erano ventilati rumors su un possibile slittamento dell’appuntamento a luglio per consentire un’edizione in presenza. Per Milano Moda Uomo la prossima edizione è fissata per il 18-22 giugno ma è possibile che possano esserci cambiamenti in funzione dell’apertura degli eventi fisici e del conseguente spostamento di Pitti Uomo. Anche la 33esima edizione di Milano Unica dovrebbe tenersi in presenza a luglio, ma al momento non sono state definite date precise. Nel calendario di Fiera Milano si tratterebbe dell’unica manifestazione in presenza prevista – al momento – nei padiglioni di Rho.
Più certo il calendario di settembre, tanto più che dal Salone del Mobile, uno degli eventi clou del made in Italy nel mondo, posticipato dal 5 al 10 settembre, è arrivata ieri una comunicazione sulla concreta possibilità che a settembre si possa tenere effettivamente questa manifestazione (il che ha ovvie conseguenze sul sistema fiere in Italia) a seguito di una serie di incontri con Palazzo Chigi, ministero degli Esteri, ministero dell’Interno, ministero dello Sviluppo Economico, ministero della Salute, ministero degli Affari Regionali. Se così fosse, il mese di settembre vedrebbe a pieno a la ripartenza (in sicurezza) del made in Italy: oltre al Salone, sono in calendario Mipel, Micam Milano, The One Milano, Lineapelle e Filo.