Kering ha chiuso il 2020, anno segnato in negativo dalla pandemia Covid-19, con ricavi per 13,1 miliardi di euro, in calo del 17,5% (-16,4% a livello comparabile). Nel solo quarto trimestre la flessione risulta però limitata a un -4,8%, segno della ripresa del mercato. Tra i diversi canali di vendita, alle difficoltà del retail (-15,9%) e del wholesale (-17,4%), penalizzati dai lockdown diffusi in diverse parti del mondo, fa da contraltare il +67,5% messo a segno dall’online, che ragginge il 13% delle vendite retail. Nei dodici mesi l’utile di Kering è sceso da 2,3 a 2,1 miliardi di euro, sopra le aspettative degli analisti, ferme a 1,74 miliardi.
Quanto alle controllate, nei 12 mesi le vendite di Gucci sono pari a 7,44 miliardi di euro (-22,7% a tassi correnti; -21,5% a tassi comparabili). Nel solo Q4 il marchio ammiraglio perde 13,5 punti percentuali (-10,3% a tassi comparabili), sottoperfromando dunque rispetto all’intero gruppo e deludendo le attese del consensus Reuters, che stimavano un -4% a cambi costanti. “Gucci – ricorda Reuters – genera la maggior parte dei ricavi e dei profitti della conglomerata francese”. In mattinata le azioni di Kering perdevano quasi 6 punti percentuali alla Borsa di Parigi.
Jean-Marc Duplaix, CFO di Kering, ha spiegato ai giornalisti che il gruppo è soddisfatto della performance di Gucci, aggiungendo che il marchio ha molte iniziative pianificate per tornare alla crescita nel 2021, anno del suo 100° anniversario. Duplaix si è poi soffermato sulle buone prospettive di crescita per le maison Yves Saint Laurent e Bottega Veneta.
Nel solo quarto trimestre il brand affidato alla creatività di Anthony Vaccarello ha registrato vendite totali per 552 milioni di euro, a +0,5%, mentre nell’intero anno la flessione ha sfiorato il 15% a 1,744 miliardi. Segno più invece per Bottega Veneta, che nel full year tocca quota 1,21 miliardi (+3,7%), mentre nell’ultimo quarter dell’anno evidenzia vendite per 375 milioni (+15,7 per cento).
“Nel 2020 – si legge nella nota di Kering – gli altri marchi del gruppo hanno confermato un buon trend, con un fatturato di 2,281 miliardi di euro (-10.1% a tassi correnti e – 9.4% a tassi comparabili)”. La crescita è stata trainata in particolare da Balenciaga e Alexander McQueen, che hanno registrato vendite superiori al 2019.
“A causa della pandemia – prosegue la nota -, Brioni e il comparto orologi hanno sofferto nei rispettivi mercati. Sono in corso di implementazione iniziative di trasformazione relative alla distribuzione, al miglioramento dell’offerta e investimenti in comunicazione”.
Nel campo della gioielleria, Qeelin e Boucheron hanno capitalizzato sul successo delle collezioni e sulla presenza in Cina continentale. Il successo dell’espansione di Boucheron in Asia compensa l’andamento in Europa occidentale. “Pomellato – conclude Kering – sta attraversando le prime fasi del suo sviluppo a livello internazionale”.
Infine, le vendite 2020 di Kering Eyewear si attestano a 487,1 milioni di euro, a – 17,6 per cento.
“In un anno particolare come il 2020- ha dichiarato François-Henri Pinault, chairman e CEO del gruppo del lusso -, Kering ha dimostrato grande resilienza e notevole agilità. Le vendite del gruppo hanno evidenziato un’incoraggiante ripresa nella seconda metà dell’anno; abbiamo protetto i nostri margini, continuando a investire nelle nostre maison e nelle nostre piattaforme. La generazione di cassa è rimasta elevata e abbiamo ulteriormente rafforzato la struttura finanziaria”.
“Oggi più che mai – ha continuato in numero uno di Kering -, penso che la nostra strategia e il nostro modello di business siano perfettamente coerenti con gli sviluppi attuali e futuri del settore del lusso. Stiamo emergendo da questa cristi più forti e ben posizionati per meglio sfruttare la ripresa. Stiamo investendo nelle nostre maison per continuare a svilupparne il loro potenziale e recuperare il nostro percorso di crescita.”