Numeri peggiori della crisi del 2008, con la moda che vive l’incubo più profondo. La produzione industriale nazionale ad aprile ha registrato una nuova marcata contrazione su base mensile, pari al 19,1%, seppure meno ampia di quella di marzo (-28,4%). Nella media del periodo febbraio-aprile, invece, il livello della produzione è calato del 23,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Lo rileva l’Istat, aggiungendo che la caduta su base annua arriva al 42,5% (dato corretto per gli effetti di calendario). A marzo la discesa tendenziale era stata del 29,4 per cento.
All’origine della contrazione, spiega l’Istituto, ci sono “le misure di contenimento dell’epidemia di Covid-19” che “hanno determinato la forzata chiusura dell’attività di molti settori per l’intero mese, con effetti negativi rilevanti sui livelli produttivi”.
Tutti i principali settori di attività economica registrano diminuzioni tendenziali. Le più accentuate sono quelle delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-80,5%), della fabbricazione di mezzi di trasporto (-74,0%), delle altre industrie (-57,0%) e della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-56,3%); i cali minori, invece, si osservano nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-6,7%) e nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (-8,1%).
“Drammatici, attesi e superati sono i dati odierni sul crollo della produzione industriale di aprile”, commenta l’ufficio studi della Confcommercio. “Oggi la valutazione sul futuro del Paese si gioca sulla rapidità della ripresa che si osserva a maggio e sul suo eventuale rafforzamento a giugno”. Inoltre, “le informazioni giornaliere sulle percorrenze dei veicoli pesanti e leggeri, dell’energia elettrica immessa in rete e del gas per uso industriale convergono nell’evidenziare che aprile segna certamente il punto di minimo della congiuntura. Gli interventi pubblici di sostegno alle attività produttive che hanno di più patito la crisi andrebbero concentrati e rafforzati per sostenere la ripresa dell’economia che, in termini di prodotto e di occupazione, si potrà costruire solo attraverso e dentro le imprese”.