Simest presenta le nuove ‘armi’ per vincere la sfida del rilancio internazionale del made in Italy. E, in particolare, mette nel mirino i settori del fashion, food e design, “settori che riteniamo ad alto potenziale”. È il messaggio lanciato da Mauro Alfonso, amministratore delegato della società del gruppo Cdp (Cassa depositi e prestiti) che con Sace offre sostegno finanziario all’export e all’internazionalizzazione delle imprese italiane e lo fa utilizzando fondi propri e fondi dello Stato. Il manager ha spiegato a Pambianconews (l’intervista integrale sarà pubblicata nel prossimo numero di Pambianco Magazine) che si apre una fase importante per Simest, anche alla luce delle misure inserite nei decreti di aprile e maggio, che incrementano notevolmente la potenza di fuoco dei “finanziamenti per l’internazionalizzazione”, strumenti di finanza agevolata gestiti da Simest per conto del ministero degli Esteri.
I recenti provvedimenti normativi, che si prevede diventeranno effettivi entro giugno, introducono quattro importanti novità, spiega Alfonso.
La prima riguarda l’apliamento delle risorse del fondo 394 su cui vengono erogati i finanziamenti Simest per l’internazionalizzazione: è stato rifinanziato ed oggi è pari a 600 milioni, con l’aggiunta di finanziamenti a fondo perduto che potranno arrivare fino al 50% di quanto richiesto.
Il secondo aspetto riguarda la finanziabilità di progetti all’interno dei Paesi dell’Unione europea, finora esclusi dal perimetro di intervento. “Questo aspetto –riprende Alfonso – amplia notevolmente il nostro raggio d’azione, perché riteniamo che il mondo vada verso una ‘deglobalizzazione’, in cui saranno rafforzate le interazioni all’interno di macro aree regionali (Europa, Nord America, Middle East, Africa e Far East)”. Insomma, non solo saranno sostenuti progetti in regioni più raggiungibili dalle aziende italiane. Ma la prospettiva è che queste saranno le aree più importanti del futuro prossimo.
Il terzo punto riguarda un innalzamento dei importi massimi finanziabili da Simest che, per esempio, porta il finanziamento Patrimonializzazione (che non ha una preordinata destinazione d’uso) da 400 a 800 mila euro. Un’iniezione di liquidità a medio lungo termine che ha come unica condizione quella di avere una certa percentuale di fatturato proveniente dalle esportazioni.
Il quarto punto è cruciale: su tutti i finanziamenti Simest, già da fine maggio, è prevista l’esenzione delle garanzie (fideuissione bancaria o assicurativa secondo la propria classe di merito). “In questo modo – sottolinea Alfonso – viene bypassata l’interazione col sistema del credito: non sarà più necessario attendere che la banca conceda la garanzia con alee e tempi incerti, ma lo strumento diventa molto più flessibile e molto più rapido. L’istruttoria e l’erogazione avvengono attraverso una piattaforma informatica, gestita da Simest. E i tempi sono veloci, circa 30 giorni”.
Tutte queste novità permetteranno a Simest di ampliare il raggio di azione e raggiungere più aziende, anche sui settori fashion, food e design che, in termini di finanziamenti agevolati erogati nel 2019, nel complesso già valgono circa 50 milioni su 290, quindi appena sotto il 20 per cento. È evidente, dunque, l’importanza dei tre comparti. Ma è anche chiaro che, “se si considera l’incidenza sul fronte delle esportazioni, questi tre ambiti imprenditoriali hanno un enorme potenziale di crescita”.
Ma Simest è pronta a intervenire anche con il proprio capitale in uno scenario “in cui emergeranno importanti occasioni di acquisto di società sui mercati internazionali. Un risiko in cui sarà necessario essere attrezzati, anche per impedire che le nostre aziende diventino facili prede per le acquisizioni altrui”.
Il comparto aggregato fashion, food e design vale già una quota tangibile del portafoglio di iniziative di Simest. In termini di partecipazioni equity, ossia di ingresso nel capitale di investimenti sviluppati all’estero (acquisizioni incluse), i tre comparti del made in Italy valgono il 10% degli impegni della finanziaria guidata da Alfonso.
E la fase attuale potrebbe essere quella giusta per aprire le porte alla partnership con Simest.