Sale molto Gucci, affonda Valentino. Si conferma Nike e decolla Levi’s, mentre i marchi del fast fashion vanno in retromarcia. Sono i messaggi della classifica 2020 stilata da Brand Finance, società inglese di consulenza che ogni anno misura il valore finanziario dei brand.
Nike è, e rimane, per il sesto anno consecutivo, il brand di maggior value tra quelli apparel, con una crescita di valore del 7,3% a quota 34,8 miliardi di dollari (circa 32 miliardi di euro). A contribuire al risultato, la strategia implementata dal brand focalizzata sulla riduzione dei rivenditori, offline e online, così da avere un maggior controllo del rapporto brand-consumatore e incrementando ulteriormente i margini. Completano il podio, al secondo e terzo posto, Gucci, il cui valore è aumentato del 20,2% a quota 17,6 miliardi di dollari, e Adidas, il cui valore si è ridotto dell’1,1% a 16,5 miliardi.
Seguono poi, nella top 10, Louis Vuitton (+21,4% a 16,5 miliardi), Cartier (+10,1% a 15 miliardi), i colossi del fast fashion Zara (-20,9% a 14,6 miliardi) e H&M (-12,7% a 13,9 miliardi), i quali sono entrambi scesi in classifica passando rispettivamente dal 2° al 6° e dal 4° al 7° posto, poi la new entry Chanel (13,7 miliardi) e infine Uniqlo (+7,4% a 12,9 miliardi) e Hermès (+9,1% a 11,9 miliardi).
Guardando la classifica nel suo complesso, Levi’s, forte di una recente quotazione, è risultato il brand con la maggior crescita, avendo registrato un +38% a 4,1 miliardi di dollari. Di contro, quelli che hanno registrato la caduta più rapida sono stati Valentino (1,4 miliardi) e Gap (1,6 miliardi), in calo del 39 per cento.
In ogni caso, tutti devono fare i conti con la pandemia di Covid-19, la quale potrebbe portare a una perdita di valore per i brand del settore fino al 20%, rendendo l’apperel uno dei settori più penalizzati, in primis per le chiusure forzate dei negozi.