Questa crisi eccezionale “rischia di fagocitare 15 miliardi di euro di consumi nel solo settore moda, 8mila punti vendita con 21.500 addetti. Questa è la stima del rischio cui si va incontro”. È l’allarme lanciato dal presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Renato Borghi, secondo il quale “oggi è in gioco la sopravvivenza delle nostre aziende”.
Il comparto, che conta 115mila punti vendita con 313mila posti di lavoro, è strutturato per lo più da imprese di piccole dimensioni. Già da tempo, però, naviga in cattive acque, considerando che, negli ultimi otto anni, ha perso ben 52mila punti vendita a fronte di sole 26mila nuove aperture.
Secondo Borghi, pertanto, l’urgenza è quella di rispondere alle difficoltà di flusso di cassa incontrate da aziende che fanno della stagionalità il proprio modello di vendita. Oltre alle garanzie, serve soprattutto liquidità per far fronte agli impegni con i dipendenti, i fornitori, i proprietari immobiliari, e organizzare dunque la ripresa dell’attività. “Oggi è a repentaglio la stabilità finanziaria delle nostre attività. Ecco perché sarà importante ripartire il più presto possibile, non appena i dati di diffusione del contagio lo consentiranno, mantenendo l’impegno dei negozi a garantire – con tutti i dispositivi di prevenzione previsti – la salute collettiva e il distanziamento sociale all’interno ed all’esterno dei punti vendita”, sottolinea il presidente.
In conclusione, l’auspicio è che “da questa crisi globale, possa scaturire anche un rinnovato modello di filiera, per adattare i tempi della moda all’attuale livello ‘slow’ di consumo, già a partire dallo spostamento dei tempi di consegna delle collezioni A/I 2020-21 e degli ordini della P/E 2021”.