Il tessile-abbigliamento europeo legge i primi conti dell’emergenza Coronavirus, in seguito alla pubblicazione dei dati raccolti da Euratex. Secondo il sondaggio condotto dalla European Apparel and Textile Confederation, l’80% delle aziende interpellate sta già riducendo il personale, più della metà si aspetta un calo delle vendite e della produzione di oltre il 50% per cento, mentre 1 impresa su 4 sta persino valutando la possibilità di chiudere i battenti.
Lo studio rivela la necessità di un intervento immediato. La crisi innescata dal Coronavirus preoccupa, infatti, l’intero settore, il cui indice di fiducia è diminuito drasticamente lo scorso marzo. La quasi totalità del campione intervistato mostra, inoltre, una situazione finanziaria compromessa.
La strategia dell’isolamento adottata dai singoli Stati ha portato a un incremento dei controlli all’interno dei confini europei, causando ritardi nelle forniture e cancellazioni degli ordini, che stanno aggravando l’impatto economico della crisi. Euratex, perciò, si è rivolta alla Commissione Europea chiedendo di prevedere un alleggerimento fiscale e finanziario, garantire un approccio coerente in tutti i Paesi membri ed evitare limitazioni alla libera circolazione delle merci e della forza lavoro.
Così si è espresso il direttore generale della federazione, Dirk Vantyghem: “L’Ue e gli Stati membri devono fare tutto il necessario per salvare il settore. Allo stesso tempo, questa crisi è un’opportunità per sviluppare un nuovo progetto per il nostro settore; la nuova strategia industriale può rappresentare una base di partenza per ripensare il nostro modello di business”.
La pandemia si abbatte su un comparto già provato nel 2019 dalla Brexit e dalla guerra globale dei dazi. Lo scorso anno il tessile-abbigliamento europeo ha visto diminuire del 2% il tasso di occupazione e il fatturato è tornato in area negativa, per la prima volta dal 2012-13, con una battuta d’arresto del 2% per il tessile e dell’1,3% per l’abbigliamento rispetto al 2018. Questo, nonostante le vendite consolidate di tessuti, abbigliamento, calzature e pelletteria siano aumentate dello 0,9% e il commercio abbia superato i 170 miliardi di euro, in crescita del 4% sull’anno precedente.