La moda cuce le mascherine per il virus

(ph. @drome_official)
Dal lusso al fast fashion. Le aziende del settore moda fanno di necessità virtù e introducono la produzione di mascherine per l’emergenza Coronavirus. In prima linea i colossi francesi Lvmh e Kering. Il gruppo che fa capo alla famiglia Arnault fornirà 10 milioni di mascherine in Francia nei prossimi giorni, frutto di un accordo con un fornitore cinese. L’ordine sarò ripetuto per almeno quattro settimane aggiungendo quindi circa 40 milioni di pezzi.
Kering si impegnerà a fornire 3 milioni di mascherine al sistema sanitario francese, il gruppo acquisterà e importerà i prodotti dalla Cina. Intanto le manifatture delle maison Yves Saint Laurent e Balenciaga si stanno organizzando per attivare la produzione delle mascherine tutelando la salute dei propri impiegati. Gucci è in procinto di donare oltre un milione di mascherine alla Regione Toscana.
Tra le griffe italiane c’è la sartoria di Ermanno Scervino che ha iniziato la produzione dei preziosi elementi sanitari, così come il marchio toscano Drome che, grazie all’apporto di alcuni volontari, ha iniziato a cucire mascherine per gli ospedali limitrofi pur avendo cessato la produzione delle proprie collezioni. Intraprenderà la produzione di mascherine anche il gruppo padovano Plissè, proprietario delle label Beatrice B, Sfizio e Smarteez.
Anche il gruppo del fast fashion Inditex, cui fanno capo le label Zara, Massimo Dutti e Oysho, comincerà la produzione di mascherine chirurgiche da distribuire negli ospedali spagnoli dove il lockdown totale è appena iniziato. In una nota giunta poche ore fa il gruppo H&M ha comunicato che per aiutare a contrastare la diffusione della pandemia sta rapidamente riorganizzando la sua catena di fornitura per produrre dispositivi di protezione individuale da fornire agli ospedali e agli operatori sanitari.
Negli Stati Uniti Christian Siriano è già all’opera mentre Brandon Maxwell sta allestendo la propria produzione.