Lo scorso giovedì, il commissario straordinario di Stefanel, Raffaele Cappiello, ha presentato al ministero per lo Sviluppo Economico il programma di rilancio dell’azienda veneta di proprietà dei fondi Oxy e Attestor (in regime di amministrazione straordinaria dallo scorso settembre). L’obiettivo, secondo la stampa locale, sarebbe quello di vendere la società e affidarla a un imprenditore in grado di rilanciarla. Un’operazione non facilmente realizzabile: stando a quanto riporta il Gazzettino, lo scorso novembre l’azienda veneta possedeva infatti un indebitamente finanziario netto di 94,2 milioni di euro, “quasi un milione in meno rispetto a ottobre 2019, ma ancora molto al di sopra agli 88,1 milioni di fine dicembre 2018. E vi sono debiti commerciali residui al valore nominale per 17,1 milioni”.
Non manca la preoccupazione per i lavoratori dell’azienda. “Il timore – prosegue la testata – è che si possa arrivare a uno smembramento delle attività o alla cessione solo del marchio dell’abbigliamento, ancora molto conosciuto anche all’estero anche per la sua rete di negozi, 32 solo in Italia con circa 150 addetti. Gli altri sono concentrati nella sede storica di Ponte di Piave (Treviso), che potrebbe essere messa anch’essa in vendita”.
“Al momento – ha spiegato Cristian Iannicelli della Cgil di Treviso, come riportato dal Gazzettino – non ci risulta che nessuno si sia fatto avanti per acquisire la Stefanel. La nostra posizione è chiara: il compratore dovrà farsi carico della forza lavoro, non siamo disponibili a una operazione di mera speculazione che rada al suolo i livelli occupazionali della sede di Ponte di Piave e della rete dei negozi”.
La palla passa ora al Mise, che ha trenta giorni per deliberare.