Oof Wear crede nel sogno americano. “Vogliamo puntare molto sugli Stati Uniti e per farlo abbiamo scelto di essere presenti all’interno della fiera Coterie di New York e di stringere accordi con un nuovo ufficio di distribuzione”, ha dichiarato a PambiancoTV durante Pitti Uomo Alessandro Biasotto, CEO di Nyky, società trevigiana cui fanno capo Oof Wear, Momonì e Attic and Barn. Il gruppo ha chiuso il 2019 a quota 25,6 milioni di euro, e punta ad arrivare a 33 nel 2020.
Oltre agli Usa, il marchio mira a confermare la sua presenza in aree in cui è già presente in maniera articolata, come Corea e Russia, e a conquistare sempre più spazio in Giappone anche come gruppo. Attualmente sono 500 i clienti wholesale in tutto il mondo. Una presenza che annovera, sia sul territorio nazionale sia in quello estero, multimarca esclusivi e principali department store tra cui Printemps e Breuninger.
L’evoluzione di Oof Wear, al di là del contenuto moda, si esprime attraverso la sostenibilità, l’approccio green e animal friendly che caratterizzano sia lo stile sia l’attività di comunicazione. L’etichetta Ecoof presente su alcuni capi delle collezioni uomo e donna A/I 2020-21 svelate durante la fiera fiorentina riassume perfettamente i valori del brand, tra cui ci sono l’utilizzo di materiali certificati e il non utilizzo di texture di origine animale. “I concetti principali per questa collezione – spiega la designer Angelica Mingardo – sono anzitutto mantenere il nostro obbiettivo di ecosostenibilità attraverso capi in eco-fur e ovatta con fibre riciclate, con un focus speciale sui capispalla”. “La strategia – conclude Biasotto – è spingere molto l’uomo, che attualmente rappresenta il 30% del fatturato del brand, allineandolo stilisticamente all’immagine fashion del womenswear”.