Le proteste di Hong Kong pesano sui risultati di Michael Kors e Versace. La controversia legata alla t-shirt del brand italiano, in cui Hong Kong e Macao risultavano territori indipendenti dalla Cina, non ha aiutato la Medusa nell’aria asiatica. Questi i motivi delle due velocità con cui Capri Holdings chiude il secondo trimestre del 2019. Mentre il fatturato del gruppo americano che include Michael Kors, Versace e Jimmy Choo, è salito del 15,1% a 1,4 miliardi di dollari, in linea con le previsioni degli analisti, i profitti della società sono però scesi a 73 milioni, in calo del 47% rispetto ai 138 mln di dollari del 2018.
Versace da solo ha totalizzato 228 milioni di dollari di fatturato, risultato in linea allo stesso periodo del 2018, quando il marchio era ancora indipendente, a cambi costanti e a pari perimetro distributivo. L’area Emea frutta alla maison italiana 121 milioni di dollari, 48 milioni derivano invece dalle Americhe e 58 milioni dall’Asia.
Nel periodo in esame il giro d’affari di Jimmy Choo è salito del 9,5% a cambi costanti a 125 milioni di dollari, mentre quello di Michael Kors è calato del 3,3% a 1,1 miliardi.
Capri prevede di arrivare a un giro d’affari di 1,53 miliardi di dollari nel terzo trimestre, al di sotto delle stime degli analisti che si attestano sui 1,60 miliardi, come riporta Nasdaq.
Per l’intero esercizio fiscale il gruppo si attende un fatturato di circa 5,8 miliardi di dollari.
I ricavi di Versace nel terzo trimestre dovrebbero raggiungere i 180 milioni, in linea rispetto all’anno precedente a pari perimetro distributivo.