C’è anche la produzione in conto terzi per i giganti del lusso nel futuro di Damiani che ha annunciato la creazione di una business unit ad hoc e di un nuovo stabilimento a Valenza. È quanto emerge da un’intervista di Guido Damiani, presidente dell’azienda italiana, che con L’Economia è entrato nel merito dei nuovi piani del gruppo, fresco di delisting da Piazza Affari. “La Borsa – ha dichiarato Damiani – ci ha aiutato a crescere più che in dimensioni in cultura manageriale, ma era tempo di uscirne”. Il delisting dell’azienda, la cui Ipo risale al 2007, si è concluso il 26 aprile scorso.
Ora, tra le direttive di sviluppo, ci sarebbe anche un lavoro sempre più a stretto contatto con i colossi dell’alto di gamma, con un nuovo stabilimento a Valenza per la realizzazione di pezzi in conto terzi. “Creeremo una nuova divisione business ad hoc – ha continuato Damiani -. Dodicimila metri quadri di stabilimento, si parte in estate: dieci milioni circa di investimento per essere operativi dal 2021. Intanto, nel 2019, Damiani festeggia i 95 anni con un’edizione del gioiello simbolo della maison, il collier Belle Époque Rainbow, con gemme multicolore. Ma, da qui al 2020, molte energie saranno dedicate a Salvini, gioielli oro e diamanti di fascia più democratica: vediamo grandi opportunità di mercato in Asia, Cina, Corea e in Giappone, dove da sempre siamo fortissimi con Damiani”.
Oltre a Damiani e Salvini, nel portfolio del gruppo figurano anche Rocca, Venini, Calderoni e Bliss. E non sono escluse nuove acquisizioni: “Abbiamo messo gli occhi su altre realtà di design che potrebbero completarsi con i vetri Venini”, ha concluso Guido Damiani.