La sostenibilità può essere praticata anche fuori dalle mura ‘domestiche’. Per esempio, Sunnei, attraverso il progetto Bianco Sunnei, ha riqualificato una porzione del Parco dell’Acqua, a Milano
La moda maschile italiana parla sempre più il linguaggio della sostenibilità. Durante le ultime edizioni dedicate all’uomo di Pitti Immagine e Milano Moda, infatti, molti brand hanno spinto l’acceleratore sul posizionamento green. Evidenziando un range molto ampio e differenziato di strategie in termini di impegno strutturale, di risultato, di referenti. L’ampio spettro di possibilità per i brand va dalla presentazione di linee e capsule di prodotto dedicate alla pubblicazione di bilanci di sostenibilità. Altri, addirittura, si dedicano a progetti esterni, finanziando opere destinate alla comunità. Insomma, approccio integrato o ‘scorciatoia’, l’importante è che sia green. Un fattore che, oltre ad offrire un’ottima carta a livello di immagine, con i consumatori sempre più sensibili a queste tematiche, può rilevarsi anche una leva per accrescere il giro d’affari della moda uomo che, a livello settoriale, come riportato dai dati del Centro Studi di Confindustria Moda per Smi, si è attestato oltre i 9,5 miliardi di euro (+2,4%) nel 2018.
DALLA CAPSULE AL BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ
Dalla fiera alla passerella, le proposte green hanno spopolato. Tra le nuove proposte dedicate alla P/E 2020, Paul & Shark ha presentato “Save The Sea”, il progetto del marchio per l’impiego di plastica post-consumo al fine di realizzare una giacca totalmente ecosostenibile. Il know-how tecnologico nello sviluppo di processi di realizzazione di fili di poliestere riciclato ha permesso di realizzare ogni componente del capo, dalla zip all’imbottitura interna, al tessuto di rivestimento, con materiale da riciclo. Non solo, il processo produttivo consente anche una riduzione di consumo di energia, emissioni di Co2 ed acqua. Il footwear brand P448, invece, ha presentato, sempre per la prossima estate, una mini-capsule green composta da quattro modelli unisex realizzati con almeno il 50% di fibra di pelle naturale riciclata. Anche Ermenegildo Zegna ha scelto di portare in passarella un progetto all’insegna della sostenibilità. Durante lo show Ermenegildo Zegna XXX, il brand ha presentato #UseTheExisting, ovvero l’impegno di creare nuovi tessuti a partire da quelli già esistenti. Le lane e i tessuti tecnici sono stati infatti sviluppati dalla divisione tessile del Gruppo Zegna attraverso processi innovativi e partendo da scarti di materiali preesistenti. Herno, invece, ha presentato la nuova etichetta Herno Globe, che contraddistingue tutti i suoi progetti eco-sostenibili. La label all’interno dei capi racconta il progetto e il prodotto acquistato, nell’ottica di fornire al cliente una consapevolezza dell’impegno intrapreso da parte dell’azienda e renderlo inoltre partecipe della scelta attuata. Herno Globe parte con quattro capi del guardaroba maschile: un gilet, un parka, una giacca militare e un bomber con cappuccio realizzati in tessuto composto per l’84% da nylon riciclato, così come zip e bottoni. L’imbottitura, ove prevista, proviene dal circuito di recupero delle piume. Le tinture prevedono il 50% di componenti di origine vegetale. Esemplare, da sempre attivo nel campo della sostenibilità, non solo ha presentato dei capi che riflettono i suoi principi green, ma ha fatto un passo oltre, realizzando il bilancio di sostenibilità. “Credo – ha spiegato a Pambianco Magazine, durante Pitti Uomo 96, Luca Sburlati, CEO di Pattern, azienda cui fa capo Esemplare – si debba diventare molto più seri su questo argomento e questo vuol dire misurare la sostenibilità, iniziare a parlare con dei numeri. Pattern emette un bilancio di sostenibilità secondo i principi del Gri (Global Reporting Initiative, ndr), uno standard internazionale che va a certificare non solo quello che stai facendo ma come”. E, oltre al bilancio sulla sostenibilità, Pattern ha inoltre deciso di stilare un piano per diventare, entro il 2023, carbon neutral, mostrando sul proprio sito web le procedure e le azioni programmate anno per anno. Non solo Esemplare, ma anche Save the Duck si appresta a lanciare il suo primo bilancio. Come spiegato da Nicolas Bargi, fondatore e CEO del marchio, “nel 2019 realizzeremo il primo bilancio sulla sostenibilità in collaborazione con Ernst & Young e diventeremo inoltre una B-Corp (certificazione internazionale per le aziende ‘benefit’, ndr), devolvendo l’1% del fatturato in charity royalty”.
FUORI DAI CONFINI DEL BRAND
La sostenibilità però può essere praticata anche fuori dalle mura ‘domestiche’, realizzando progetti esterni o comunque solo tangenti all’attività del brand. Per esempio, Sunnei, attraverso il progetto Bianco Sunnei, ha riqualificato una porzione del Parco dell’Acqua, a Milano, dove ha presentato la propria sfilata dedicata alla prossima P/E. Armata di Mare, invece, si è mobilitata per ripulire le acque dai rifiuti plastici. Il brand di proprietà di Facib e la compagnia aerea olandese Klm hanno infatti già consegnato, oppure consegneranno, alle città di Napoli, Venezia, Milano e Atene, il seabin, ovvero il dispositivo in grado di raccogliere in un anno oltre 500 kg di rifiuti plastici presenti nel mare, comprese le microplastiche e le microfibre.