La Cina si affida ai suoi due ‘draghi’ dell’online. Mentre la congiuntura nazionale e le tensioni internazionali (con gli Usa) impongono un rallentamento al retail, con la moda che addirittura arretra per la prima volta dal 2009, le trimestrali dei principali colossi tech del Paese, Tencent e Alibaba, infrangono le previsioni di crescita per ricavi e utili. Un contrasto che evidenzia come il mercato dell’ex Celeste impero si trovi tuttora in una fase di notevole dinamismo, nel quale muoversi resta estremamente complesso.
Nel dettaglio, Tencent, gigante cinese specializzato in servizi di intrattenimento, internet e telefoni cellulari, nonché sviluppatore dell’app di messaggistica WeChat, ha annunciato per il primo trimestre del 2019 un utile netto in aumento del 14% a 20,9 miliardi di yuan (circa 2,7 miliardi di euro) ed entrate totali per 85,4 miliardi di yuan (circa 11 miliardi di euro), in progressione del 16 per cento. L’azienda ha attribuito la buona performance, sopra le stime degli analisti, alla crescita dei servizi di pagamento e fintech, pubblicità sui social e servizi di digital content, più che ai ricavi in arrivo dai videogiochi per smartphone, la categoria storicamente più redditizia per la società.
Alibaba, dal canto suo, sempre nei primi tre mesi dell’anno, ha superato le stime sia in termini di vendite sia di utili, dando prova di voler sfidare il rallentamento nel Paese, nonché le crescenti tensioni tra Washington e Pechino. Le vendite della multinazionale sono volate del 51% a 93,5 miliardi di yuan (circa 12,1 miliardi di euro), mentre l’utile netto è triplicato a 25,8 miliardi di yuan (circa 3,3 miliardi di euro). A trainare la performance, in questo caso, il core business della società, cioè il segmento e-commerce (+54%) e quello del cloud computing (+76 per cento).
La prova di forza dei suoi colossi è un segnale confortante per l’economia cinese, il cui rallentamento è finito di recente sotto i riflettori. Un rallentamento che si è riflesso nei dati relativi al retail di aprile. Stando al report del National bureau of statistics (Nbs), infatti, lo scorso mese il retail è cresciuto del 7,2% rispetto all’anno precedente, il ritmo più lento da maggio 2003. Le vendite di abbigliamento sono addirittura diminuite per la prima volta dal 2009.
La lista dei brand che di recente hanno deciso di battere in ritirata dal Paese si è allungata: dopo le decisioni di Zara, Burberry, Macy’s e New Look, anche Topshop, Amazon e 10 Corso Como hanno deciso di ristrutturare la propria presenza sul territorio, o addirittura di dire addio alla Grande Muraglia.