Cresce il valore delle esportazioni di calzature italiane, ma diminuiscono le quantità esportate. È quanto emerge dai dati Istat elaborati dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici, secondo cui il comparto ha registrato nel 2018 un incremento del 3,6% in valore, a 9,85 miliardi di euro, ma una contrazione del 3,5% in volume.
Dopo un terzo trimestre fermo a +0,9%, gli ultimi tre mesi dell’anno hanno evidenziato una crescita del 7,4% in valore, anche in questo caso offuscata da una frenata significativa dei volumi, pari al -6,3 per cento.
L’impennata nei prezzi medi sottende andamenti positivi per le produzioni dell’alto di gamma, ribadendo al tempo stesso il ruolo determinante, nei risultati settoriali, svolto dai grandi brand internazionali del lusso.
Per quanto riguarda i mercati di sbocco, due scarpe su tre esportate dai calzaturifici italiani vanno verso Paesi dell’Unione Europea. E dopo un 2017 con timidi segnali positivi, nel 2018 l’export verso la Russia ha registrato una nuova battuta d’arresto in quasi tutte le regioni italiane. In Far East, i quattro principali mercati di sbocco sono cresciuti complessivamente di quasi il 4%, con Cina e Sud Corea che hanno compensato i trend negativi di Giappone (-3%) e Hong Kong. La quota delle esportazioni extra Ue sta crescendo, anche se lentamente: ha raggiunto infatti il 49,9% in valore sul totale dell’export, rispetto al 49,4% del 2017.