Export in calo per il comparto orafo italiano, le cui vendite oltreconfine hanno segnato un -2,4% nel 2018, contro il +11,5% messo a segno nel 2017. A diffondere i dati è Mffashion che spiega come il fatturato del settore si attesti a 7,6 miliardi di euro. “I primi mesi dell’anno hanno evidenziato vivacità ed interesse, ma rimangono segnali di instabilità che non permettono di fare previsioni – ha spiegato al quotidiano economico Ivana Ciabatti, presidente di Confindustria Federorafi -. L’export sta segnando il passo, anche se ha avuto un importante recupero negli ultimi due mesi dello scorso anno. Secondo i dati elaborati per Federorafi dal Centro studi di Confindustria Moda, il 2018 si è chiuso con una flessione pari al 2,4% a fronte di un 2017 molto positivo (+11,5%), con importanti decrementi su mercati consolidati come Svizzera (-2,3%), Eau (-16,5%), Francia (-5,6%) ed Hong Kong (-7,3%). Solo gli Usa sono in terreno positivo con un +4,2% e questo dato è significativo anche in virtù degli importanti investimenti che il settore, con Ice Agenzia, in accordo con Federorafi, sta facendo con gli accordi con la Gdo americana”.
A sostenere l’ottimismo del settore sono i nuovi accordi volti a favorire l’internazionalizzazione. “Siamo ottimisti – ha continuato Ciabatti – sulle positive ricadute dell’accordo di libero scambio tra Ue e Giappone, sulla scia dei riscontri avuti dal Ceta, che in un anno ha incrementato di quasi l’80% le nostre esportazioni nel Paese nordamericano. Il Giappone, inoltre, è il Paese-focus tra le iniziative che Federorafi dal 2018 ha presentato a Ice e Mise per attivare un Progetto speciale gioielleria. L’azzeramento dei dazi, le olimpiadi del 2020, la coppa del mondo di rugby e l’Expo a Osaka nel 2025 sono tutti appuntamenti internazionali che generano interesse e crescita nei Paesi che li ospitano, e il gioiello Made in Italy dovrà quindi ritrovare un nuovo slancio e appeal tra i consumatori nipponici”.