Pinko ha chiuso il 2018 a 210 milioni di ricavi, con una crescita single digit. E, nel 2019, punta a fare sul serio in Asia, “dove è arrivato il momento di mettere teste pensanti nelle filiali internazionali, non bastano più le sole persone operative”. Ad anticipare i risultati e le prospettive di quest’anno a Pambianconews è Pietro Negra, presidente e amministratore delegato della società di fast luxury emiliana.
Del resto, Pinko, che nel 2018 ha registrato un ebitda di 40 milioni (non comparabili sull’esercizio precedente, per via di un cambio di principi contabili), già realizza il 65% del business oltre frontiera. E l’equilibrio è chiaramente spostato a Est. Negli Stati Uniti la società ha 4 negozi e un corner da Bloomingdale’s. Mentre, in Asia, nel 2019, i ricavi arriveranno a 50 milioni, con 17 nuove aperture che porteranno a 44 i negozi del gruppo, alcuni a gestione diretta, altri in partnership con Blue Bell.
“In termini di potenziale – spiega Negra – i mercati asiatici sono oggi certamente più interessanti degli Stati Uniti”. Anche se, appunto, è necessario un presidio più strutturale di quanto avvenuto sino a ora. Servono team in loco che siano capaci di portare know how e di creare sviluppo, e non si limitino alla gestione dei contratti e della merce.