Diventerebbe il primo e-commerce panafricano a sbarcare su uno dei principali listini internazionali: a tentare la quotazione è Jumia, retailer digitale che fa capo a Africa Internet Group (Aig), e che ha presentato ieri la documentazione per l’Ipo al New York Stock Exchange. L’ha confermato Sacha Poignonnec, CEO dell’azienda con sede a Lagos, in Nigeria, a TechCrunch, aggiungendo che il prezzo delle azioni e la valutazione saranno determinati nelle prossime settimane.
Jumia è un portale generalista di vendite online, che comprende anche un’ampia sezione moda, con abbigliamento e accessori. Scorrendo tra le proposte del sito, si nota che molti capi di abbigliamento sono brandizzati con nomi ‘generici’, come Fashion o Generic, o di produttori locali (Afankara, Loam, Canill), ma non mancano brand occidentali come Just Cavalli, Calvin Klein, Pinko, Tommy Hilfiger e Silvian Heach.
Il CEO dell’azienda nata nel 2012 racconta a TechCrunch che il portale conta 4 milioni di consumatori, ha tra i suoi principali azionisti il gruppo tedesco Rocket Internet (che ha creato Zalando), e che ancora non ha generato profitto, ma ha chiuso il 2017 con ricavi per 93,8 milioni di euro, in aumento dell’11 per cento. Jumia opera in oltre 14 Paesi africani, tra cui Ghana, Kenya, Costa d’Avorio, Marocco ed Egitto e, oltre ai prodotti, riguardo ai quali l’azienda afferma di avere spedito 13 milioni di pacchi nel 2018, l’e-commerce offre anche servizi, come Jumia Food (take-away online), Jumia Flights (prenotazioni di viaggio), Jumia Deals (per gli annunci), e la piattaforma di pagamento JumiaPay.
La sua controllante Aig, già nel 2016, aveva avuto iniezioni di capitale da Goldman Sachs e da venture capital, ovvero circa 300 milioni di euro che avevano portato l’equity del gruppo a oltre un miliardo di euro.