Puma chiude il 2018 con una crescita in doppia cifra ma, nonostante i risultati brillanti, la prudenza sulle previsioni del 2019, come riportato da Reuters, ha affossato il titolo di oltre il 6 per cento.
Il brand sportswear ha archiviato l’ultimo trimestre dell’anno con una crescita reported del 17,9% a quota 1,23 miliardi di euro, un gross profit margin stabile al 47,1% e un ebit di 38 milioni (in crescita rispetto ai 30 milioni dello scorso anno).
Per quanto riguarda l’intero anno, invece, i ricavi si sono attestati a quota 4,65 miliardi di euro (+12,4%), grazie anche a una crescita nelle principali aree geografiche, ovvero Emea (+9,4%), America (+7,9%) e Apac (+24,2%). In quest’ultima regione la spinta arriva da Cina e Corea, mentre in Giappone le vendite sono state più moderate.
Crescono anche il segmento footwear (+10,6% a 2,18 miliardi), apparel (+17,1% a 1,69 miliardi) e accessori (+7,8% a 776 milioni). Il gross profit margin è cresciuto di 110 basis point al 48,4 per cento, l’ebit si è attestato a quota 337 milioni (dai 245 milioni dell’anno precedente), e utili netti per 187,4 milioni (erano 135,8 milioni l’anno precedente).
“Siamo molto contenti di come si è sviluppato il nostro business nel 2018”, ha commentato il CEO Björn Gulden. “La crescita a due cifre in tutte le regioni è la prova che abbiamo rafforzato il marchio Puma a livello globale e la crescita a due cifre in tutte le divisioni di prodotto dimostra che abbiamo migliorato il nostro portafoglio di prodotti.
Abbiamo ancora molto da migliorare, ma sentiamo che stiamo puntando marchio e azienda in una buona direzione”.
Per il 2019 l’azienda stima un rallentamento, con vendite che dovrebbero crescere del 10%, e profitti operativi tra i 395 milioni e i 415 milioni di euro, quindi meno dei 430 milioni stimati dal mercato.