Citigroup boccia Salvatore Ferragamo e il titolo crolla ai minimi dal 2013. Nella giornata di ieri, la maison ha chiuso la propria performance a Piazza Affari in calo del 2,31%, con azioni scambiate a 17,53 euro, dopo che la banca d’affari americana, all’interno di un report che ha ridotto le stime per la crescita del settore lusso nel 2019, ha abbassato il giudizio sul titolo dell’azienda italiana da “neutral” a “sell”.
Sulle prospettive di Ferragamo, come si legge su Radiocor, “pesa innanzitutto un business ancora in fase di transizione, come dimostrerebbero i giudizi contrastati sulle collezioni presentate da Paul Andrew e Guillaume Meilland, un posizionamento del marchio poco coerente sui mercati chiave, l’incremento pianificato delle spese di promozione e marketing e i cambiamenti a livello di management”.
Sempre per Citigroup, “le quotazioni di Salvatore Ferragamo, se calcolate come multipli sui risultati attesi per il 2020, sarebbero tra le più elevate rispetto agli altri gruppi della moda impegnati in operazioni di rilancio e riorganizzazione come Burberry, Hugo Boss, Pandora, Prada e Tod’s“.
Jp Morgan, invece, ha confermato il giudizio “neutral” su Ferragamo, pur modificando il target price da 17,5 a 17 euro. Più incisivo, invece, il giudizio di Bryan Garnier & Company, che ha tagliato il target price a a 18 euro dal precedente 20,4 euro.