Gli angeli continuano a volare basso. La messa in onda dell’annuale sfilata di Victoria’s Secret ha confermato la fase discendente degli ascolti del marchio di lingerie di L Brands. Nel 2016 la passerella trasmessa dalla rete Cbs aveva raccolto l’interesse di oltre 6,5 milioni di telespettatori che, lo scorso anno, erano calati a poco meno di 5 milioni. Quest’anno, la sfilata veicolata dalla Abc il 2 dicembre è stata vista da 3,2 milioni di persone, la metà rispetto ad appena due anni fa. Insomma, quello che ancora poco tempo fa era un evento mediatico globale si sta gradualmente ripiegando su se stesso, nonostante il coinvolgimento di supermodel e pop star. Evidentemente, nell’era di Instagram e Netflix il brand fatica a mantenere la precedente visibilità.
In più, l’evento è diventato fonte di polemiche. Nonostante il tentativo da parte del brand di sottolineare una svolta inclusiva, subito dopo la diffusione delle prime immagini dello show registrato l’8 novembre, i social sono insorti proprio contro una mancanza di inclusività in passerella.
L Brands, controllante di Victoria’s Secret, Bath & Body Works, La Senza e Henri Bendel, ha chiuso il terzo trimestre dell’anno con vendite nette in crescita del 6% a quota 2,8 miliardi di dollari (circa 2,4 miliardi di euro). A spingere è stata la performance di Bath & Body Works che ha totalizzato vendite per 956,2 milioni di dollari (erano 815,8 milioni nel 2017). Mentre Victoria’s Secret ha realizzato vendite sostanzialmente flat a quota 1,5 miliardi. Dall’inizio del 2018 il titolo di L Brands ha perso circa 38 punti percentuali a Wall Street.