Il CEO e presidente del Gruppo Cisalfa Sport, intervistato da Enrico Mentana durante il 23° Fashion & Luxury Summit Pambianco-Deutsche Bank, racconta lo sviluppo dell’azienda. Come avverrà? Tramite l’omnicanalità, che farà affidamento tanto ai negozi capaci di offrire una “esperienza”, quanto all’online, grazie al canale e-commerce.
Qual è la storia di Cisalfa?
Nasciamo nell’88 a Roma. Nel ‘94 veniamo nel Nord Italia e prendiamo il gruppo Goggi. Ci espandiamo e continuamo a crescere finché, nel 2006, vendiamo. Perché ero stanco, perché avevo un sogno, quello di girare il mondo in barca. Dopo un po’ di viaggi ho pensato di tornare al lavoro che forse ci si divertiva di più. Poi la mia azienda si è trovata in difficoltà e ho deciso di ricomprare.
Questo non contraddice il luogo comune: indietro non si torna?
Assolutamente no. Indietro non si torna soltanto per certi versi e per certe cose. Quando l’azienda la senti tua, la vivi tutti i giorni, è giusto portarla avanti e anzi ricrearla, rigestirla, ingrandirla. è una continua scommessa.
In 12 anni il mondo è cambiato. Come si rientra cercando di ritrovare il proprio spazio? Con quali strategie?
Cercando di interpretare la propria clientela. Abbiamo sentito parlare di Millennial, generazione Z, eccetera. Questi sono tutti nostri clienti. E ciò che noi facciamo è analizzarli e interpretarli attraverso, per esempio, la conoscenza diretta che può avvenire nel punto vendita, tramite la piattaforma e-commerce o con i nostri social.
Quanto conta l’e-commerce per voi?
Circa il 2-3 per cento. Siamo ancora un po’ indietro, ma l’obiettivo è farlo crescere.
Lei dice due cose opposte. Il rapporto, il recupero di una clientela storica, lo si fa solo con il contatto diretto. L’e-comemerce, invece, è il contrario…
Non è proprio così. L’omnicanalità, se la si riesce ad interpretare nel modo giusto, è la cosa migliore. Perché il cliente ha la possibilità di venire in negozio a comprare o a ritirare un pacco, oppure può acquistare da casa e noi consegnamo direttamente. Offre quindi molteplici modi per interpretare la propria clientela.
In 12 anni, come è cambiato il punto vendita?
In una maniera stravolgente. Oggi esponiamo la merce in maniera migliore e creiamo un’esperienza per il nostro cliente che non si accontenta più solo del prodotto.
Quali sono le linee per lo sviluppo dell’azienda? Come ci si prepara al suo futuro?
Creando un team giovane, forte, sia familiare che manageriale. Quest’ultimo in particolare, perché un’azienda che continua a crescere ne ha bisogno.
Prossimi passi? Acquisizioni, ad esempio?
Sì, ci stiamo guardando intorno, sia a livello italiano sia internazionale..
Se un giovane entra in un suo negozio, cosa è più probabile che acquisti?
Una sneakers. è un mercato che sta crescendo in maniera esponenziale.
di Sabrina Nunziata