La moda islamica varrà 361 mld $ nel 2023

Un'immagine da "State of the Global Islamic Economy Report 2018/19"
La modest fashion, ovvero la moda dedicata al mondo islamico, continua a crescere, diventando un fenomeno “mainstream”. Come riportato dallo State of the Global Islamic Economy Report 2018/19, documento realizzato da Thomson Reuters in collaborazione con DinarStandard e il Dubai International Financial Center, nel 2017 la modest fashion ha registrato un giro d’affari di 270 miliardi di dollari (circa 237 miliardi di euro). Valore che, entro il 2023, è destinato ad aumentare del 5% annuo raggiungendo quota 361 miliardi di dollari. La moda islamica, in particolare, rappresenta la seconda categoria di spesa dopo il food&beverage (1,3 trilioni di dollari) per i musulmani, i quali per i consumi lifestyle hanno speso in tutto 2,1 trilioni di dollari lo scorso anno. Sempre per quanto riguarda la moda, i Paesi trainanti a livello di spesa nel 2017 sono stati la Turchia (28 miliardi di dollari), Emirati Arabi Uniti (22 miliardi), Indonesia (20 miliardi), Nigeria (18 miliardi), Arabia Saudita (17 miliardi), Russia (13 miliardi), Pakistan (12 miliardi), Iran (12 miliardi) India (12 miliardi) ed Egitto (11 miliardi).
La cartina tornasole di quanto la moda islamica sia in continua crescita è fornita dai brand, tanto del lusso quanto del fast fashion, che negli ultimi anni hanno proposto diverse collezioni dedicate al mondo islamico. Un esempio è Dolce&Gabbana, che nel 2016 aveva lanciato la collezione Abaya e che collabora con influencer come Ruba Zai, oppure H&M con la collezione dedicata alla modest fashion chiamata Ltd. A questi si aggiungono nomi quali CH Carolina Herrera, Michael Kors e Massimo Dutti che hanno introdotto collezioni dedicata al Ramadan.