Calzedonia ha inaugurato il suo primo impianto in Africa. Il gruppo italiano dell’intimo, il 18 ottobre scorso ha tagliato il nastro del suo primo hub produttivo, Itaca Textile Plc, in Etiopia, a Macallè. L’azienda, si legge in una nota ufficiale, beneficerà di “un regime doganale favorevole, una disponibilità sempre crescente di materie prime e un’ampia presenza di manodopera”.
“I vantaggi in termini di costi – ha sottolineato l’azienda a Pambianconews – sono legati alla manodopera ed al regime doganale. In termini di manodopera, un dipendente guadagna circa 50 euro al mese contro la media nazionale di circa 30. Per quanto riguarda il regime doganale, l’Etiopia è a dazio zero. Resta la questione legata ai costi logistici (costi, tempi e livello di servizio) che non sono ancora competitivi”.
L’investimento per il nuovo centro produttivo è stato di 22 milioni di euro. La struttura conta già oggi 1.000 dipendenti e arriverà entro la metà del 2019 a 1.500, ai quali verranno garantiti trasporto e mensa gratuiti. Ma sono diverse le iniziative a carattere umanitario volte a far crescere insieme alla fabbrica anche il territorio: tra queste la creazione di un pozzo per il Paese di fronte allo stabilimento e, per tutti i dipendenti, una clinica sanitaria esterna dotata anche di laboratorio e 10 Lt di acqua potabile a settimana per persona assicurati. Il lavoro su Itaca Textile Plc ha preso il via nel 2016, quando è iniziata la fase di selezione dei primi operatori.
La nuova realtà, che oltre a Calzedonia produrrà Tezenis e Intimissimi, andrà a coprire il ciclo produttivo nella sua completezza: dal controllo qualità dei materiali al taglio dei tessuti fino alla fase finale confezionamento e stiro. I capi maggiormente trattati saranno la produzione di maglieria, pigiameria e leggings. L’estensione di Itaca, che potrebbe vivere in futuro fasi di ulteriore ampliamento, è di 16.500 metri quadrati di spazio coperto, cui se ne aggiungono 2mila per le strutture esterne di supporto.