Tiene le posizioni la fashion week parigina dedicata al menswear. A differenza di Milano, le grandi griffe del lusso d’Oltralpe non hanno subito il fascino della svolta co-ed; solo Givenchy, Saint Laurent (per questa stagione volato a New York) e pochi altri hanno scelto di presentare a settembre le proprie collezioni maschili in concomitanza con le passerelle femminili. Brand come Kenzo, Paul Smith e Sacai hanno ribaltato il fenomeno, portando le proposte donna in tandem con l’uomo. Il risultato? Cinque giorni pieni di défilé P/E 2019 all’insegna di sportswear, sperimentazioni stilistiche, inclusione e attesi debutti.
I social network sono stati la cassa di risonanza preferenziale per gli esordi di Virgil Abloh da Louis Vuitton e Kim Jones da Dior Men. Front row stipati di celebrities, scenografie Instagram-friendly e recensioni incoraggianti hanno contraddistinto le sfilate dei due marchi del gruppo Lvmh.
L’infusione sportswear, che ha contagiato all’unisono Firenze e Milano, non ha tuttavia risparmiato la capitale francese. Tra gli esempi più titolati si è distinto, a sorpresa, Valentino. Off-White, Sacai e Undercover continuano a distinguersi nel segmento streetwear. Alle consuete sperimentazioni formali di Comme des Garçons, Rick Owens e Maison Margiela si sono affiancate le collezioni di Balmain Homme, Alexander McQueen, Hermès, Dries Van Noten e Thom Brown, lontane dalle tendenze del momento e perfettamente in linea con il proprio dna stilistico. Lucas Ossendrijver merita una menzione speciale per essere riuscito a invertire il flusso di recensioni negative che hanno sommerso le ultime collezioni femminili di Lanvin sotto la guida dell’ex direttore creativo Olivier Lapidus. Le proposte menswear per la storica griffe sono state tra le più apprezzate.