Chanel ha pubblicato i suoi risultati annuali per la prima volta in 108 anni di storia. Nel 2017 le vendite totali della maison francese hanno toccato i 9,62 miliardi di dollari (circa 8,27 miliardi di euro), con una crescita dell’11% rispetto al 2016. A fare da traino ai ricavi, a livello geografico, sono state l’Asia e l’Europa. Il risultato aziendale prima delle imposte è stato pari a 2,69 miliardi di dollari. “Gli investimenti di Chanel in attività a sostegno del marchio – si legge sul New York Times -, come pubblicità, sfilate, eventi internazionali, sono stati pari a 1,46 miliardi di dollari, il 15% in più dell’anno prima”. Il debito netto si attesta sui 18 milioni di dollari, con un free cash flow di 1,63 miliardi.
“Ci siamo resi conto – ha spiegato al quotidiano americano Philippe Blondiaux, chief financial officer della maison – che era giunto il momento di mettere sul tavolo i dati che spiegano chi siamo: un’azienda da 10 miliardi di dollari con risultati finanziari solidi, con mezzi e strategie per restare indipendenti”.
Chanel si posiziona così tra le più grandi aziende del lusso per fatturato: secondo le stime di Bernstein, per confronto, Louis Vuitton ha chiuso il 2017 con 9,6 miliardi di euro di fatturato, pari al 22,5% di quelli del gruppo Lvmh, mentre Gucci, marchio ammiraglio di Kering, è passato dai 4,3 miliardi 2016 ai 6,21 miliardi.
“Abbiamo capito – ha aggiunto Blondiaux – che siamo spesso al centro di speculazioni e che le persone non hanno dati alla mano: questo provoca la circolazione di informazioni false o fuorvianti. È tempo che la forza del nostro bilancio parli da sé”.
Il presidente di Chanel, Alain Wertheimer, e suo fratello Gérard controllano ciascuno metà di Chanel e, secondo il Bloomberg Billionaires Index, hanno un patrimonio di 14,1 miliardi di dollari. “Tuttavia – spiega il New York Times – uno ha 69 anni e l’altro 68 e non è chiaro chi prenderà il loro posto”.