Profitti sotto le stime per Richemont che scivola in Borsa. Il colosso svizzero dell’orologeria e della gioielleria ha chiuso i dodici mesi con profitti per 1,2 miliardi di euro, in progressione dell’1%, ma inferiori agli 1,7 miliardi attesi dal consensus Thomson Reuters. In crescita del 3% (+8% a cambi costanti) le vendite del gruppo che controlla marchi come Cartier, Van Cleeef & Arples e Piaget, che hanno toccato quota 10,9 miliardi di euro. A trainare la performance è stata l’Asia-Pacific con un +12% (spinta da Cina, Hong Kong e Macao), mentre le Americhe hanno evidenziato un +1 per cento. Segno meno per Europa e Giappone, entrambi in calo del 3 per cento.
“Le vendite di orologi di lusso – si legge su Reuters – sono migliorate nell’ultimo anno, dopo una fase di grave recessione, ma i brand sono ancora impegnati nella revisione dei loro modelli di business e devono sfruttare meglio i diversi canali di vendita per stimolare l’interesse dei giovani per gli orologi”. Tra i nodi strategici, anche lo smaltimento degli inventari. La stessa Richemont ha infatti annunciato un programma di buyback da 203 milioni di euro degli stock in eccesso (nell’esercizio precedente erano stato spesi 278 milioni di euro per lo stesso motivo).
In mattinata, le azioni della holding guidata da Johann Rupert perdevano quasi 6 punti percentuali alla Borsa di Zurigo.
Contestuale alla presentazione del bilancio, la nomina di Eric Vallat come responsabile delle maison Fashion & Accessories, carica creata ex novo, in cui il manager sarà effettivo dal 1 giugno prossimo. Vallat riporterà direttamente a Jérôme Lambert, chief operating officer di Richemont.
Negli scorsi giorni, infine, si chiusa l’Opa su Yoox Net-a-porter, di cui Richemont detiene ora il 94,99 per cento. Il prossimo step è l’addio di Ynap da Piazza Affari. Borsa Italiana, ha precisato Richemont, disporrà il delisting a decorrere dal 20 giugno prossimo.