Segno più per il 2017 di Inditex che, tuttavia, rallenta la sua corsa, confermando le difficoltà già evidenziate da altri player del fast fashion, in primis il competitor H&M. Il colosso spagnolo, controllante di marchi quali Zara, Bershka, Massimo Dutti, Oysho e Pull&Bear, ha chiuso il 2017 con un utile netto in crescita del 7% a 3,4 miliardi di euro, in linea con le attese del consensus Reuters, a fronte di ricavi per 25,3 miliardi, a +9 per cento. Nel 2016, vendite nette e profitti avevano segnato una progressione double digit, registrando, rispettivamente un +12% e un +10 per cento. L’ebit del 2017 ha raggiunto quota 4,3 miliardi di euro, mostrando un rialzo del 7% (il gross margin è pari al 56,3 per cento). Secondo quanto riferisce Bloomberg, questi dati portano Inditex ai livelli di redditività più bassi degli ultimi dieci anni, complice anche l’apprezzamento dell’euro.
In mattinata il titolo del gruppo guidato da Pablo Isla perdeva oltre il 3% alla Borsa di Madrid.
Nota positiva sul giro d’affari è stato il canale e-commerce che oggi vale il 10% delle vendite di Inditex e che è balzato del 41 per cento. Nell’anno, l’e-shop del marchio ammiraglio Zara è stato lanciato a Singapore, in Malaysia, Thailandia, Vietnam e India, mentre da oggi sarà attivo anche in Australia e Nuova Zelanda. L’online si conferma catalizzatore dei maggiori investimenti, insieme all’ottimizzazione del retail e al potenziamento della shopping experience. Circa 120 store di Zara nel mondo vedranno, ad esempio, l’introduzione di display per la realtà aumentata dal mese prossimo, pronti ad attirare i millennials.