Corrono i secondary brand. E spingono i gruppi Usa

Store Urban Outfitters
Trimestre sopra le aspettative per Urban Outfitters che ha chiuso il terzo quarter d’esercizio con vendite in crescita del 3,5% a 892,8 milioni di dollari (circa 760 milioni di euro) e utili in calo da 47,4 a 45,1 milioni. Le attese di Wall Street erano ferme a vendite per 857,5 milioni. Nel trimestre al 28 ottobre scorso, il gruppo, controllante dei marchi Urban Outfitters, Free People e Anthropologie ha registrato un utile per azione di 41 centesimi di dollaro, meglio dei 33 centesimi stimati dagli analisti di Zacks Investment Research.
A spingere i conti di Urban Outfitters sono stati, secondo quanto spiegato dalla nota ufficiale, i secondary brand Free People e Anthropologie, in linea con quello che registrano altri colossi americani dell’abbigliamento come Abercrombie & Fitch e Gap. “Urban Outfitters – si legge su Bloomberg – si unisce al gruppo di aziende che compensano il calo delle vendite diversificando i vari marchi, uno sviluppo che potrebbe generare ottimismo in un settore che fatica a trovare formule vincenti. Le azioni di Gap Inc. hanno infatti beneficiato delle performance retail dell’insegna Old Navy, mentre Abercrombie & Fitch ha visto crescere le vendite a perimetro costante per la prima volta in sette trimestri grazie alla rapida espansione del marchio Hollister“.
L’azienda guidata da Richard Hayne si prepara, infine, all’opening di un flagship store a Milano, in Piazza San Babila, negli spazi prima occupati da H&M.