Freno a mano tirato per la moda e il lusso nel 2016. Secondo lo studio realizzato da Pambianco Strategie di Impresa su un panel di 36 aziende italiane, europee e americane quotate in Borsa, a registrare un rallentamento sono non soltanto le vendite, che passano dalla crescita del 9,7% del 2015 al +4,4% del 2016, ma anche la marginalità. A livello globale, infatti, l’ebitda margin si ferma al 17,8%, in diminuzione non solo rispetto al 2015 (18,3%), ma anche al 2014 (quando era al 19,2%).
L’approfondimento sui conti delle aziende quotate italiane, europee e statunitensi è pubblicato nel numero di Pambianco Magazine in uscita il 10 maggio.
L’inchiodata più forte si fa sentire sui risultati delle aziende italiane, che complessivamente registrano una crescita minima dell’1,5% a 22,1 miliardi di euro contro un 2015 archiviato in salita dell’11,5 per cento. Luxottica conferma la sua leadership dal punto di vista dei fatturati, registrando un incremento del 2,8% (+15,5% nel 2015), mentre Moncler è quella che cresce di più (+18,2% a 1,040 miliardi di euro). Il rallentamento dei conti si fa sentire anche sulla marginalità delle società italiane, con il 2016 che si conferma il terzo anno consecutivo in cui il peso dell’ebitda sul fatturato diminuisce, passando da una quota del 19,3% del 2014 e del 19% del 2015 al 18,3%, per un ebitda totale che si ferma a poco più di 4 miliardi di euro. L’ebitda margin più alto è quello realizzato da Moncler (34%), confermando il risultato del 2015.
Più vivace, ma comunque in frenata, l’Europa, che dimezza la sua crescita passando da un 2015 archiviato con ricavi +15,3% a un 2016 in salita del 7,1% a quota 131,6 miliardi di euro. Lvmh si conferma al primo posto della classifica con un fatturato 2016 di 37,6 miliardi di euro, in crescita del 5,4% su un 2015 molto performante (+16,4%), mentre la migliore performance è registrata dalla danese Pandora (+21,2%), che risulta anche l’azienda con la più alta marginalità (39 per cento). Un dato in controtendenza con i risultati del resto del panel europeo, per un ebitda margin complessivo che scende al 19,4% a 24,5 miliardi di euro, rispetto al 19,9% del 2015 e al 21,3% del 2014.
Se Italia ed Europa rallentano, gli Stati Uniti vedono anche nel 2016 la crescita zero, registrando ricavi complessivi per 65,1 miliardi di euro, in crescita minimale dello 0,4% su un 2015 archiviato in flessione dello 0,2 per cento. Gap anche nel 2016 si conferma il gruppo Usa dal maggiore fatturato (14,1 miliardi di euro, in discesa dell’1,8%), mentre la crescita più forte è quella di Kate Spade (+11,1% a quota 1,2 miliardi di euro). Come per le italiane e le europee, anche per le società quotate Usa il 2016 vede contrarsi il margine ebitda, che scende al 14,3% a 8,9 miliardi di euro dal 15,2% registrato nel 2015. Tiffany & Co. archivia il 2016 con l’ebitda margin più alto (21,9%), in linea con quello dell’anno precedente, a 801 milioni di euro su un fatturato pari a 3,6 miliardi di euro.