Stefanel ha chiuso il 2016 con ricavi netti per 134,08 milioni di euro, in diminuzione del 14,4% rispetto ai 156,63 milioni del 2015. La griffe ha registrato una perdita netta di 25,3 milioni di euro, contro il rosso di 7,68 milioni di euro contabilizzato nel 2015. A fine 2016 l’indebitamento netto era di 85,23 milioni di euro, dagli 82,91 milioni di inizio anno. L’incidenza dei mercati esteri sui ricavi consolidati del gruppo, si legge nella nota ufficiale, si attesta al 65,4% nel 2016, in aumento rispetto all’esercizio 2015 (63,2%). “Nell’esercizio 2016 – spiega sempre la nota – sono state effettuate 56 nuove aperture e 54 chiusure, con l’obiettivo di perseguire il piano di sviluppo della rete distributiva soprattutto all’estero, oltre che di razionalizzare ulteriormente quella esistente e focalizzarla sui punti vendita con le migliori performance e maggiormente coerenti con il nuovo posizionamento del marchio”.
All’inizio di aprile il brand, ora in mano al fondo Attestor e alla management company Oxy Capital, ha tracciato le prime direttive del proprio rilancio, pronto a scommettere sull’affordable quality, ovvero su un posizionamento di fascia media. L‘operazione di salvataggio di Stefanel dovrebbe concludersi entro l’estate, ed esclude l’ipotesi di un delisting del gruppo.