H&M Foundation si rivolge al voto popolare per decretare il vincitore della seconda edizione del Global Change Award, premio annuale lanciato nel 2015 per le innovazioni che possono reinventare il settore moda. Da ieri e fino al 2 aprile, sul sito globalchangeaward.com, sarà possibile indicare il proprio preferito tra i cinque finalisti selezionati da una giuria di esperti. In palio un milione di euro complessivo: al primo classificato andrà la quota di 300mila euro, la seconda idea vincerà 250mila euro mentre gli altri tre finalisti riceveranno 150mila euro ciascuno.
Le innovazioni selezionate comprendono un filato digitale che facilita il riciclo di vestiti, un nylon creato con l’energia solare che trattiene le emissioni, una pelle vegetale ottenuta dagli scarti di produzione del vino, un denim riciclato utilizzato come colorante per nuovo denim e un’idea che trasforma il letame di bovino in tessuto biodegradabile.
In aggiunta al premio in denaro, tutti i finalisti del Global Change Award avranno accesso a un incubatore d’innovazione con un servizio di consulenza specifico per un anno fornito dalla H&M Foundation in partnership con Accenture e con il Kth Royal Academy of Technology di Stoccolma.
Il gruppo di esperti internazionali che hanno formato la giuria si compone, tra gli altri, di Vikram Widge, responsabile di Climate and carbon finance presso World Bank Group; Rebecca Earley, docente di Sustainable textile and fashion design presso la University of the Arts London; Amber Valletta, top model, attrice, imprenditrice, sustainability influencer e Ellis Rubinstein, presidente e CEO di The New York Academy of sciences.
“Per la seconda edizione del Global Change Award abbiamo ricevuto un numero maggiore di contributi rispetto all’anno precedente – dichiara in un comunicato ufficiale Karl-Johan Persson, membro del consiglio della H&M Foundation e CEO di H&M – con 2.883 idee innovative da 130 Paesi”. Quest’anno il maggior numero di candidature sono arrivate da India, Stati Uniti, Nigeria, Regno Unito, Italia, Svezia, Macedonia, Indonesia, Iran e Bangladesh. Il 56% dei candidati erano donne.