Benetton rivoluziona la sua spina dorsale, il franchising, e lancia il modello ‘2.0’ nel rapporto con i propri partner. L’azienda italiana ha tracciato i nuovi step nel corso del primo Benetton International Franchising Meeting, l’incontro che si è tenuto ieri e l’altro ieri presso l’headquarter di Castrette, nel trevigiano. Ospiti della due giorni, oltre 350 franchisee e potenziali nuovi clienti da tutto il mondo. Al centro, l’evoluzione di una formula che ha rappresentato la storia del marchio verde e che in futuro andrà rilanciata. Oggi il 65% dei ricavi del gruppo (gli ultimi disponibili, relativi al 2015, parlano di 1,5 miliardi di fatturato) arriva dal canale indiretto, di cui il franchising vale il 10%, attraverso una rete di 4mila punti vendita, su 5mila complessivi.
A spiegarlo a Pambianconews sono i due manager che insieme all’AD Marco Airoldi gestiranno il nuovo corso, Marco Messini e Christian Prazzoli, rispettivamente chief distribution & sales officer e franchising director. “La nuova impostazione ha come scopo principale una maggiore vicinanza al consumatore finale, grazie a una più forte integrazione tra azienda e partner e al trasferimento del know how maturato nei punti vendita diretti ai nostri franchisee”, raccontano. “Da un lato, il franchising 2.0 rivede i contenuti economici con i partner, tramite una evoluzione in positivo della parte contrattualistica, con un forte supporto durante l’apertura, la gestione del punto vendita e la chiusura della stagione, i tre momenti più importanti. Dall’altro, fondamentale sarà l’altrettanto supporto nella gestione quotidiana degli store, con un ruolo rilevante per gli street manager, figure chiave sul territorio che aiuteranno i commercianti ad allineare i propri obiettivi con quelli di gruppo. Leva strategica per raggiungere gli obiettivi sarà, naturalmente, il digitale, anche attraverso la costruzione di un Crm adeguato”.
“In termini numerici, l’obiettivo è portare l’attuale quota del franchising 2.0, pari al 10% dei negozi indiretti, a una percentuale del 40% entro il 2019 e il 2020, con un piano in forte accelerazione che relegherà il vecchio modello a circa un 20%”, proseguono i manager, che non hanno però condiviso i numeri relativi all’investimento. Anche se, assicurano, “sarà molto rilevante, anche considerato che in tre anni ci aspettiamo questo nuovo modello esploda fino a diventare la quota maggioritaria di business per il gruppo”. Il nuovo modello è attualmente in fase di lancio in tutti i principali mercati europei, ma sarà via via esteso anche quelli più lontani come Russia, Turchia e India.