La fiera resta (ancora) il centro del business, ma la vera protagonista della moda maschile per l’A/I 2017 è stata l’intera città di Firenze.
Anno nuovo, moda nuova. Ed eventi che si rinnovano. Il primo evento dell’anno, quello fiorentino di Pitti Uomo, lancia un messaggio di ‘contaminazione’ tra il concetto di fiera e quello di fashion week, ossia di contenitore temporale di eventi-spettacolo (vedi articolo precedente) che vivono ognuno il proprio momento di show. Del resto, quello fiorentino è un contenitore che può mettere sul piatto oltre mille espositori (1.220 per la precisione, 540 dei quali provenienti dall’estero), che lo rendono la vetrima principale per le tendenze maschili del prossimo inverno. La fiera, questa volta, si è chiusa con qualche dubbio legato al numero dei buyer, in calo rispetto all’edizione di gennaio 2016.Eppure, sotto questo aspetto “sono soddisfatto – ha dichiarato a Pambianconews Raffaello Napoleone, AD di Pitti Immagine – della partecipazione estera che si è confermata sugli altissimi livelli della scorsa edizione invernale (circa 8.800 persone). Tutto sommato, mi sembra un buon risultato anche quello italiano (-3.5% rispetto a gennaio 2016), considerando l’altalena di stati d’animo, sentimenti e proiezioni sul futuro che il nostro Paese sta vivendo da qualche tempo: si parla comunque di ben 15.500 compratori italiani e quelli più importanti erano tutti in Fortezza da Basso”.
LA SFIDA DEL CONCEPT
Ma la sfida più grande, appunto, è quella della trasformazione del concept. L’edizione n. 91 di Pitti Uomo (10-13 gennaio 2017) ha segnato un passo in avanti nell’evoluzione della manifestazione, in termini di eventi e location, che ha comportato anche qualche rischio. Infatti, nell’ottica dell’evento-spettacolo, alcune delle principali aziende della moda italiana e internazionale hanno scelto di mostrare le loro collezioni in città e non in fiera, uscendo dalla Fortezza (e portando fuori gli addetti ai lavori) anche durante il giorno. “Il calendario di Pitti Uomo – ha proseguito Napoleone – è costruito per consentire ai buyer e giornalisti di partecipare sia agli eventi in città, sia di visitare gli stand in Fortezza, per scoprire le novità delle collezioni delle aziende”. Nessun timore, dunque, da parte dell’ente organizzatore. Anzi, la consapevolezza che “gli eventi, nei fatti, sono concepiti per interagire e completare l’offerta del salone, che sempre più nelle ultime edizioni sta superando il tradizionale dualismo tra fiera e fashion week, verso nuovi format, che uniscono prodotti di altissima qualità e grande concretezza per il mercato, assieme a ricerca stilistica e comunicazione”, ha sottolineato l’AD. In questo senso va letto il debutto di sezioni come HI Beauty, dedicata al mondo delle fragranze e del personal care che ha ottenuto un grande successo.
TRE GIORNI DI FUOCO
I giorni della manifestazione, dunque, sono stati fittissimi di appuntamenti (anche molti sponsorizzati dallo stesso Pitti) dedicati al mondo del menswear internazionale al di fuori della Fortezza. Da Tommy Hilfiger che ha presentato a Palazzo Corsini la nuova collezione ready-to-wear, al fashion show di LucioVanotti alla Dogana, allo stilista Tim Coppens che ha messo in scena la collezione autunno-inverno 2017/18 presso l’Ippodromo del Visarno, fino a uno degli eventi più attesi dell’edizione che è stato quello di Paul Smith, presso la Dogana di via Valfonda 25.
CACCIA AL TESORO
Tra gli esempi di evento-spettacolo (e di evento-condiviso), quello di Napapijri. Al marchio non è bastata una superficie espositiva di circa 60mila metri quadrati, tanto misura la Fortezza, per il proprio progetto. E ha quindi utilizzato come palcoscenico l’intera Firenze, spargendo un esercito di giovani vestiti di bianco dal brand per le celebrazioni del suo 30esimo anniversari, spingendo i ‘curiosi’ a scoprire la sua Secret Collection in cinque porte segrete dislocate in cinque luoghi diversi del capoluogo toscano. “Un invito per il pubblico dei nostri consumatori, che definiamo seekers, ossia amanti della scoperta – ha dichiarato a Pambianconews Kathy Hines VP marketing, e-commerce and strategy di Napapijri – con l’obiettivo di invitare i nostri consumatori a cercare di scoprire The Secret Collection, composta dalle molteplici espressioni della giacca Rainforest. Cinque porte differenti per cinque modelli diversi, in cinque punti diversi della città”.
RITORNO… ALLA SALA BIANCA
Ma la vera e propria star fiorentina è stata la Sala Bianca di Palazzo Pitti che, dopo 35 anni dall’ultimo defilé, è tornata a essere il centro della moda made in Italy. Infatti, l’11 gennaio è andata in scena su una passerella lunga 18 metri e alta 15 centimetri da terra, in un trionfo di 11mila rose immacolate, la sfilata menswear di Stefano Ricci. Abiti che raccontano la filosofia di bellezza del designer imprenditore che, ancora una volta, ha voluto rendere omaggio alla sua città, Firenze, per festeggiare il suo 45esimo anniversario. Ad aprire il defilé un bimbo di 5 anni vestito con la linea SR junior, e con lui altri bambini, in elegantissimi completi. In serata, infine, su quella stessa pedana, una seconda sfilata, fatta per i clienti, dove è salito in passerella anche Andrea Bocelli in frac accompagnato dai due figli Amos e Matteo. “Oggi ho realizzato il mio grande sogno – ha raccontato a Pambianco TV Stefano Ricci – che è anche la certificazione per la mia città di tornare a essere la capitale della moda uomo internazionale. Senza polemica, ma con grandissimo orgoglio, passione, voglia di continuare a esaltare quel made in Italy autentico, fatto a mano e tutto al 100% in Italia. Spero che altri, in futuro, possano avere questa mia fortuna di una passerella di tanta importanza mondiale in Sala Bianca, dove nel 1952 è nata la moda italiana, sempre nel rispetto massimo del luogo”.
BE SOCIAL … MA POCO CONNECT
Oggi l’evento e lo spettacolo da soli non bastano più. Postare, condividere e twittare sono diventate alcune delle principali leve della comunicazione che ne determinanno il successo. L’hashtag più usato durante la manifestazione fiorentina è stato #PittiUomo con circa 28mila citazioni, e poi a seguire #pittiuomo91 e #pu91. “Complessivamente i quattro giorni di salone – ha ripreso Napoleone – hanno generato 56mila post sui social network e circa 5 milioni di interazioni complessive, con Instagram a farla da padrone (80% circa delle interazioni), seguito da Twitter e Facebook. Molto gettonato anche l’hashtag legato al tema di questa edizione, #pittidanceoff, che ha collezionato oltre 3mila citazioni”. Ma per essere una fiera ‘social’ è necessario avere gli strumenti per poterlo mettere in pratica: il problema che si è fatto sentire in maniera fastidiosa, però, all’interno della Fortezza, è stata la mancanza di connessione internet e di una rete wifi non adeguata. “Le connessioni telefoniche e internet della Fortezza da Basso – ha concluso l’AD – sono state già potenziate da Firenze Fiera rispetto alle scorse edizioni. Evidentemente, nei giorni di Pitti Uomo si crea un problema di congestione. Assieme a Firenze Fiera stiamo comunque lavorando a potenziare sia la rete telefonica sia le reti Wi-Fi, che sono per noi una priorità”.
di Chiara Dainese