Lvmh chiude il 2016 con una crescita dell’utile superiore alle attese degli analisti, grazie alla solida domanda degli Stati Uniti e al miglioramento dell’Asia nell’ultimo trimestre dell’anno. Ma, nonostante i risultati record dell’esercizio appena concluso, resta cauto per il 2017.
I ricavi 2016 hanno raggiunto quota 37,6 miliardi di euro, in rialzo del 5% rispetto al 2015. La crescita organica è stata del 6 per cento. Nel solo quarto trimestre, l’incremento è stato del 9% e dell’8% su base omogenea a 11,27 miliardi di euro. Tornando ai dati annuali, in progresso dell’11% l’utile netto, arrivato a 3,9 miliardi di euro. In positivo tutte le divisioni del gruppo, con la divisione moda, protagonista durante l’anno con la cessione di Donna Karan e l’acquisizione di Rimowa, che ha registrato una progressione del 3% a cambi correnti per 12,7 miliardi (+4% di crescita organica). Orologi e gioielli avanzano del 5% a 3,4 miliardi con la buona performance di Bulgari sui mercati di Cina, Corea e Medio oriente e di Tag heuer nel segmento dei segnatempo. Il gruppo “ha realizzato una eccellente performance in un contesto di instabilità geopolitica ed economica”, ha commentato Bernard Arnault, CEO del colosso francese, Lvmh che ha aggiunto di aspettarsi un’ulteriore rafforzamento dell’appeal dei brand del gruppo anche se “il contesto resta incerto”.