Nasce come piccola bottega siciliana. Poi diventa “Fenicia, la camicia di fiducia”. Oggi va verso l’estero, dagli Usa alla Cina. Il gruppo della famiglia Candido punta a 100 milioni di ricavi e a 1.000 negozi entro il 2020.
Come ha fatto una camicia siciliana, con la rispettabile età di poco più di 80 anni, a conquistare circa 15 Paesi del mondo? La storia di Camisissima parte, infatti, dalla Palermo di inizio secolo (scorso) e arriva ai numeri di oggi: oltre 200 punti vendita monomarca in giro per il globo per un fatturato che sfiora i 50 milioni di euro. Fenicia SpA.
Come in una scena di ‘neorealismo’ italiano, in una Palermo del 1931, un giovanotto pieno di speranze, Giovanni Candido, impiegato presso un negozio di tessuti, si faceva pagare dal suo titolare metà in denaro e metà in pezze di tessuto che custodiva gelosamente. Con una piccola sommetta di denaro e le stoffe messe da parte, il giovane Candido decise di avviare una bottega, in via Papireto, specializzata nella confezione di camicie da uomo a marchio “CC”, acronimo di Confezioni Candido, destinate a pochi clienti.
Seguirono gli anni della guerra, e l’attività in quel piccolo laboratorio si interruppe fino al 1947 per poi riprendersi ed espandersi rapidamente coinvolgendo un numero crescente di addetti. Le camicie CC iniziarono a fare la loro prima timida comparsa nei negozi della città. La fabbrica venne poi trasferita in uno stabilimento più grande, di circa 4mila mq sorto nei pressi della Rocca, che sancì il passaggio da realtà artigianale a industriale.
Fu allora che Giovanni Candido divenne un piccolo industriale alla cui azienda doveva dare un nome. “Candido” venne scartato subito perché suonava troppo provinciale per competere con gli altisonanti marchi delle imprese del nord Italia. Nella ricerca della propria insegna, il pensiero di Candido si soffermò su un popolo commerciante per eccellenza, leggendario per il suo contributo alla storia e all’economia del mondo antico: i Fenici. Così nacque il nome della camicia Fenicia. Fu poi coniato lo slogan pubblicitario “Fenicia, la camicia di fiducia” e contemporaneamente fu ideato il logo, presente ancora oggi , del “cavallo alato”.
La svolta arrivò negli anni 60 quando Gaspare Candido, da poco subentrato al padre, riorganizzò la produzione in una logica just in time e da lì a poco gli addetti dell’azienda diventarono 350. Un altro momento cruciale per l’azienda fu quello dei primi anni 80. Erano gli anni del boom delle maison. E Fenicia perfezionò contratti di licenza con importanti griffe come Christian Dior, nell’83, e Krizia, nell’89.
Il secondo passaggio generazionale seguì un decennio più tardi, quando l’azienda andò nelle mani dei nipoti del fondatore: Fabio Candido (attuale amministratore delegato) e Sergio Candido (presidente). In questi anni, Fenicia inizia il suo processo di diversificazione nel retail lanciando nel 2001 il marchio di total look, Feni Uomo, e nel 2004 il brand Camicissima con l’obiettivo di cambiare le regole della camiceria, offrendo alla clientela esclusivamente camicie, prodotto che non passerà mai di moda, con un concetto di low cost di qualità.
Con il lancio di Camicissima è inziato il progetto retail dell’azienda che, prima di allora, aveva operato soltanto nel wholesale. Nello stesso anno, il 2004, venne inaugurato a Milano, in via Vitruvio, il primo negozio monomarca del brand. Qualche anno più tardi, nel 2008, l’azienda si prefisse un nuovo obiettivo, la conquista del mercato estero, e così spostò la sua sede a Milano, in piazza Cavour, per gestire meglio la sua espansione internazionale. Nel 2009, con l’apertura dello store di New York, in Madison Avenue, inizia ufficialmente l’internazionalizzazione. In pochi anni il gruppo si sviluppa negli Stati Uniti, con la società Camicissima Inc., in Giappone e in Cina, grazie ad un accordo con un importante partner locale quotato in Borsa con l’obiettivo di aprire 440 punti vendita nel Paese (ad oggi ne sono stati aperti 37 che diventeranno 50 entro fine anno). La presenza di Camicissima arriva anche negli Emirati Arabi, Grecia, Austria, Svizzera, Panama, Kazakistan, Reunion, Gibuti e Libano. Gli occhi del marchio sono ora puntati sul Messico dove, grazie a una partnership con un retailer locale, aprirà 25 negozi nei prossimi 5 anni.
Oggi nei negozi del marchio viene proposto un total look, anche se la camiceria copre circa il 75% del fatturato.
Camicissima ha chiuso il 2014 a quota 45 milioni di euro di ricavi (15% export) e prevede di sfiorare i 100 milioni con l’apertura di 1.000 punti vendita entro il 2020 portando la quota export al 50% e puntando a un posizionamento sempre più alto.
di Rossana Cuoccio